lunedì 31 dicembre 2012

Porto Fluviale

Oggi facendo una passeggiata da Garbatella verso il mercato bio alla Città dell'altra economia siamo passati davanti a Porto Fluviale il nuovo locale aperto il 12-12-12 in Via del Porto Fluviale all'Ostiense.
Ne parla in anteprima Puntarella Rossa che descrive attentamente tutti i 979 metri quadri del locale, così come Scatti di Gusto o ancora Soul and Food e infine Dissapore che presenta anche qualche piatto.
Volendo si può anche seguire la loro pagina di fb.



Porto Fluviale è uno di quei locali di nuova generazione (un po' tipo Sorpasso), in cui si può andare già dalla colazione e sino al "dopo teatro", infatti è aperto dalle 10.30 del mattino alle 2 di notte, è vicino alla Piramide e dunque al quartiere Testaccio, come anche al Teatro India e al Rising Love e non lontano dal Teatro Palladium.




Eravamo due, siamo stati nella parte pizzeria (vedi la descrizione di Puntarella Rossa) abbiamo optato per un menù a buffet e una focaccia bianca con culatello e burrata: la pasta della pizza è buona (voto 8), però il culatello e la burrata a nostro avviso potevano essere migliori, diciamo che erano dal 6,5 mentre mi sarei aspettato quantomeno una parità con la qualità della pasta. Il culatello era purtroppo anche un poco secco.
Coté buffet, a nostro avviso non vale la pena, i piatti qualitativamente sono da tavola calda, purtroppo anche unti e difficili da digerire.
Come primi abbiamo provato una lasagna veg (nulla di che), uno sformato di cavolfiore (saporito), penne alla bolognese (saporite, scotte) e agnolotti ai 4 formaggi (buoni gli agnolotti, sufficiente il sugo).


  
Come secondi e contorni mini porzioni di fettina alla milanese (fredda, sufficiente), vitel tonné (tagliato troppo alto, molta maionese, poco tonno, buoni i capperi ma nel complesso non soddisfacente), caponata di melanzane (poco saporita), cicoria (sufficiente), ricotta (buona, sembrava però zuccherata), fior di latte (nella media).
Dolci talmente poco interessanti che pur essendo golossissimi, abbiamo optato per la macedonia (non un granché pure lei).
Infine acqua microfiltrata (2€!!!) e caffé (normale).

Promosso a pieni voti il lato estetico del locale (veramente bello e non rumoroso), servizio da mettere a punto, cucina da rivedere.






Proveremo il lato trattoria (che offre interessanti porzioni intere, 1/2 e 1/4) e il lato caffè molto attraente con le sue grandi poltrone.

Porto Fluviale
Via del Porto Fluviale, 22 (Piramide)
Tel. 06 5743199
Aperto tutti i giorni dalle 10.30 alle 2 di notte
Sito ufficiale




lunedì 19 novembre 2012

Maxelâ, il doge della carne

Doge? Venezia? E che c'entra con la carne? Calma, calma... i dogi comandavano pure a Genova (anzi dalla loro elezione a sorte prese il via il gioco del lotto, ma questa è un'altra storia...) ed è per l'appunto ligure l'origine di questa catena di ristoranti vietati ai vegetariani... Catena? Come catena? E che MagnaRoma si abbassa a recensire le catene mò? Aricalma, gente: è una catena, sì, ma di ottima qualità!

Innanzitutto "maxelâ" in genovese significa "macelleria" e dovrebbe essere pronunciato in una maniera che non ho ancora capito, forse simile al catalano "sc" (se c'è qualche ligure ci lllumini). Dalla città della Lanterna dove sono stati aperti i primi due locali, l'impresa si è espansa prima al nord e poi fino a Roma, inizialmente a Borgo e ora pure in pieno centro, nel pieno della movida di piazza delle Coppelle. Lo so, è stato appena recensito un locale in zona, a due passi anzi, e ora torniamo sempre lì, ma non è che ci siamo innamorati di questa strada, è solo un caso, giuro! Peraltro la zona è talmente piena di locali turistici oppure superfighetti che trovare un ristorante dove mangiare a prezzi contenuti è piacevole.



Dunque, si mangia carne, peraltro la fassona piemontese, regione che ormai si è imposta nella Capitale anche grazie a Eataly, e si compra pure se volete sfruttare il coté macelleria (sempre una reminiscenza della recensione precedente...). C'è di tutto: affettati, tartare (la carne cruda), tagliata, hamburger, polpette, pollo, involtini, spiedini, braciole, salsicce, fiorentina, entrecote e perfino il quinto quarto caro ai romani! La qualità si sente, e soprattutto il costo è molto competitivo: molti piatti sono sotto i 10 euri, la tagliata poco sopra e solo i tagli più pregiati arrivano a 15-20. Oddio, volendo c'è anche qualche piatto di pasta, e forse il pesto vale la pena di assaggiarlo, ma qui si viene per altro, chiaramente.


A parte arrosticini e spiedini, sotto tono, gli altri piatti assaggiati sono ben eseguiti e portati rapidamente in tavola, sulla base della cottura desiderata. Nella foto si intravede un duello all'ultimo "sangue": hamburger con ketchup sotto uno strato di croccanti chips contro una tagliata con bacon croccante e cipolle stufate. Lo scontro è finito in parità, bisognerà tornarci per toglierci qualche altro sfizio... Prezzo: a pranzo c'è un menu a 12 euri con scelta tra due primi e due secondi, mentre alla carta ovviamente dipende dalla fame, ma un secondo, un contorno e un dolce stanno sui 25-30 euri.



Maxelâ
Via delle Coppelle, 10 (centro)
Tel. 06 68210313

Aperto pranzo e cena - Chiuso domenica 
Sito ufficiale
Ne parlano Puntarella Rossa e Luciano Pignataro

martedì 13 novembre 2012

Casa Coppelle, "tu me fais tourner la tête..."



Riceviamo dalla nostra nuova collaboratrice free-lance Madame (che dovrà imparare presto a inserire direttamente lei i post...) una recensione in linea col suo nickname :-)



Edith Piaf sintetizza perfettamente l’atmosfera romantica (e disneyana?!?) che si respira a Casa Coppelle. Non c’è da stupirsi se Madame propone come suo primo post un ristorante italo-francese... garantisco però di recensire e consigliare quanto prima anche una tradizionale trattoria romana o perché no un paninaro!

Il locale è un po’ buio e il conto, ahimè, un po’ salato ma quanno ce vo’, ce vo’!! Ammetto di non aver mai assaggiato il lato romano della cucina ma di aver sempre optato per quello francese, non chiamatemi snob! ;)

L’ultima volta ho preso due antipasti: il primo dei due una Tarte tatin de légumes avec sauce au pestou (Tarte tatin di verdure con salsa al pesto) davvero deliziosa e ben presentata (anche l’occhio vuole la sua parte!!.Il secondo antipasto era un Mille-feuille croquant de pate fillo avec foie gras, figues confites et mousse de foie gras... a voi la traduzione!


Non ho assaggiato invece personalmente Il filetto in sfoglia con tapenade di olive nere ma mi è stato assicurato essere gustoso e la carne di ottima qualità!

Per finire in bellezza ho preso, per gola più che per fame, un’Ile flottante avec crème anglaise et caramel, che tradotto letteralmente “isola galleggiante” non si può proprio sentire..perde tutta la sua poesia! L’ile flottante è una sorta di meringa soffice, di cui ho scoperto andare ghiotta da bambina!


Una cena costa mediamente sui 40€ ma ne vale la pena!
Au revoir


Casa Coppelle
Piazza delle Coppelle, 49 (centro)
Tel. 06 / 68 89 1707 - Cell. 338 / 681 05 85
Aperto pranzo e cena - Chiuso lunedì

mercoledì 19 settembre 2012

Delle pizzerie a Roma

In cui si commenta brevemente delle esperienze avute in alcune pizzerie romane: Bir e Fud, Tonda, Eataly. (mappa)
Per intenderci, a me piace la pizza napoletana: bassa al centro, alta ai lati e morbida, non scrocchiarella come quella romana. Poi mangio anche quella romana, ma mi da meno soddisfazione.
Poi mi piacciono anche le birre artigianali, in passato amavo soprattutto quelle di grano (o blanche o weiss) ma ora anche le triple e quadruple, più scure, dolci, con molti sapori, ma non troppo speziate, sempre ben bilanciate.

Bir e Fud è la mia pizzeria preferita: la pasta è sempre buona, soffice ma non molle, alta sui bordi e più bassa al centro, saporita ma non salata, molto digeribile quindi ben cresciuta; gli antipasti sono sfiziosi (sebbene un poco cari) ma comunque sempre di qualità; le birre alla spina artigianali cambiano a rotazione, sono buone e i camerieri sanno consigliarle; l'acqua alla spina non si paga.
Ne parlano tra l'altro qui, qui, qui in inglese e infine qui.
L'ultima volta eravamo due, abbiamo preso il nostro antipasto cult, ovvero il filetto di baccalà impanato e fritto, è l'unico che a mia conoscenza valga ancora la pena di mangiare, di solito il pesce non sa di nulla e la pastella è "moscia" (certo 9€ sono 9€, ma li vale) una sempre buonissima marinara (6€) e una delle pizze fuori menù bianca con melanzana alla fiamma e provola leggermente affumicata (buona, accostamenti interessanti, 12€) e per me una birra, scura, tripla, consigliata dalla cameriera, non ricordo il nome, dolce con vaghi sentori di spezie e agrumi e un finale leggermente amaro.  

Sono andato a provare con un amico Tonda, che sta su una traversa di Via Nomentana all'altezza di Ponte Nomentano (tra Batteria Nomentana e Piazza Sempione).
Ne parlano bene -tra gli altri- scattidigusto, puntarellarossa e il corriere della sera.
La pizza è buona (ma personalmente preferisco quella di Bir e Fud), i trapizzini buoni e divertenti come al solito e le birre proposte, eccellenti.
I trapizzini piccoli costano 4€, contro 3,5€ sia da 00100 a Testaccio (gli inventori) sia da Sorpasso a Prati. 
Pensando non ci fossero spine, ci siamo orientati sul una St. Bernardus Apt 12 veramente eccellente (anche se 14€ per una bottiglia da 75cc forse è un po' caro).
La pizzeria -gli arredi e il colore dei muri-  non mi hanno convinto e la zona è assai caotica con strade piene di macchine e palazzi alti. In compenso il forno a legna è proprio bello a vedersi. 

Una sera ad inizio agosto siamo andati da Eataly, il servizio è veloce una volta che si sia trovato il tavolo, la pasta della pizza è di giustamente morbida e gustosa, ben cresciuta, buona nel complesso, la mia aveva una leggera acidità del pomodoro. Ho bevuto una birra Nora prodotta da Baladin e abbiamo anche ordinato una bottiglia di acqua, non essendo disponibili caraffe con acqua "del sindaco". A differenza del ristorante dei fritti che non mi ha per nulla convinto, in questo caso le pizze e la birra erano veramente buoni. Peccato che i tavoli siano accanto al passaggio di chi fa la spesa, per cui ci siamo trovati spesso a dover alzare molto la voce per chiaccherare... un vero peccato. La margherita costa 6,5€, la birra mi pare 5€ e la bottiglia d'acqua credo 2€ (ma forse 3€)... inoltre il servizio è fatturato, mi pare 1€ e sinceramente, data la situazione, non mi sarei aspettato di pagare il servizio: tavoli di plastica, tovagliette e bicchieri di carta, servizio che si limita a poggiare i piatti sul tavolo, dato che l'ordine si fa personalmente in cassa. Probabilmente se si capita una sera con meno persone, l'esperienza finale ne sarà giovata. 






Bir & Fud
Via Benedetta, 23 (Trastevere)
Tel. 06 5894016
Sempre aperto a cena
Blog ufficiale

Tonda
Via Valle Corteno, 31 (Saccopastore - Batteria Nomentana)
Tel. 06 8180960
Sempre aperto a cena
Sito ufficiale in costruzione

Eataly Pizzeria
Piazzale XII Ottobre 1492 (ex Air Terminal Ostiense)
Tel. 06 9027920
Pagina sul sito di Eataly

lunedì 17 settembre 2012

Gargani, tra il lusso e le mangiatoie di Via Veneto

Se un povero e grigio funzionario ministeriale (o praticante avvocato, o dipendente d'albergo, ecc ecc) vuole pranzare decentemente a Via Veneto non ha molte alternative... Ci sono i ristoranti di lusso dei grandi alberghi oggi rilanciati con giovani e bravi chef, ma che mi sa che sforano un po' dai 7 euri 7 del buono pasto. Poi ci sono i locali acchiappaturisti con le "serre" sulla strada, i camerieri che ti placcano e i menu improbabili. E infine le mangiatoie per impiegati, ossia le tavole calde che sfornando pasti a buffet a più o meno 10 euri, mettendo tutto nello stesso piatto e dando a tutto lo stesso sapore.



Fortunatamente per la mia salute e per il mio portafoglio, però c'è anche Gargani. Se ne parla pochissimo in rete, e meno male. Difficile descriverlo, perchè è molte cose in una: è caffetteria la mattina, è tavola calda a pranzo, è aperitivo nel pomeriggio, è negozio / enoteca / catering tutto il giorno (e infatti è così che viene classificato nelle guide gastronomica, il Gambero Rosso Roma in primis). A pranzo si entra e si trova un muro di persone che aspetta di ordinare: sì, perchè funziona così, prima si ordina al bancone e poi si cerca un posto dentro o fuori, e questa modalità che a prima vista sembra caotica in effetti permette di smaltire molti clienti nel poco tempo concesso dalla pausa pranzo.



Si mangia come in una trattoria romana, con le proposte che almeno in parte variano giorno per giorno, ed è questo il bello di Gargani: in alto i vassoi di pasta, lasagne (da encomio quelle alle zucchine), parmigiana, pomodori col riso, gnocchi di semolino (rigorosamente di giovedì); in basso polpettone, polpette al sugo, cotolette, tacchino, pollo e (quando rimane) tonno, oltre a verdure ripassate e bollite e alla frutta; a sinistra i piatti freddi (con mozzarelle, prosciutto, salmone, insalate) insieme a riso/orzo/cuscus da abbinare alle verdure testè (!) menzionate. Compreso nel prezzo c'è un cestino di pane che di solito comprende la pizza a quadratini e, nei casi più fortunati, il cosiddetto "panino di Mario" (dal nome di un roscio addetto al bancone) molto fragrante oppure il cornetto integrale ai cereali.



Il conto varia intorno agli 8-9 euri  (fino a 10-11 se aggiungete una macedonia), ma raramente viene fornita la distinta dei pasti, quindi chiedetela prima se dovete dividere :-)


Gargani
Via Lombardia 15 (Via Veneto)
Chiuso domenica - Fino alle ore 20
Sito ufficiale


lunedì 27 agosto 2012

A Fiuggi c'è la Taverna del Castello

Lo so, la domanda è "Ma uno che ci va a fare a Fiuggi?" A bere l'acqua? A guardare lo struscio delle 80enni che affollano (si fa per dire...) il corso? A seguire gli allenamenti della Lazio o fare un pellegrinaggio sulle orme di Fini? A mangiare gli amaretti e bere l'amaro locale?



Beh, su amaretti e amaro un pensierino ce lo farei pure, perché la gastronomia della zona è in effetti molto interessante, e un posto di rilievo spetta al numero 1 su TripAdvisor, la Taverna del Castello: su 194 recensioni, 120 giudizi "eccellente", solo 3 "scarso" e nessun "pessimo"... Ora è pure vero che Trip non sia sempre il massimo dell'affidabilità, ma questa volta la quasi unanimità dei commenti sembrava lasciare poco spazio ai dubbi, con l'aggiunta delle altrettanto positive valutazioni di Due Spaghi. E in effetti questo ristorante merita decisamente una gita fuori porta.




Siamo al paese vecchio, più su rispetto alle Fonti, che si raggiunge inerpicandosi sui tornanti di via Diaz. Tra le stradine medievali e gli scorci prospettici ci si imbatte nella creazione di Biagio, ossia un paio di sale bene allestite, di cui una soppalcata, e alcuni tavolini sulla strada. La cucina è quella tipica ciociara, con pasta fatta in casa e pochi piatti non sontuosi ma buoni e ben eseguiti. Tra i primi abbiamo mangiato le sagne in bianco col pesto di rosmarino selvatico (spettacolari!) e le trofie con guanciale e porcini (molto saporite). Tra i secondi le polpettine della nonna immerse nel sugo (da scarpetta) e il pecorino alla piastra con noci e miele (delizioso), accompagnati da cicoria ripassata e patate al guanciale. Antipasti e dolci più abituali e meno attraenti. Ma per finire due liquori al nocino e alla castagna di grande aroma!



E peraltro il personale è gentile e disponibile anche per le richieste più improbabili (tipo un cambio pannolino con relativa produzione di rifiuto chimico da guerra batteriologica). In tutto poco più di 30 euri cadauno, ben spesi, in un ambiente piacevole. Da tornarci.


La Taverna del Castello
via del Soldato Ignoto, 9 - Fiuggi (FR)
tel. 0775.515004 - cell. 347.3466202
sempre aperto a cena - anche pranzo nei weekend (ma provate a telefonare per verificare...)
Sito ufficiale

lunedì 11 giugno 2012

I Lazzaroni di villa Lazzaroni

Non c'entrano gli omonimi biscotti, ma gli omonimi napoletani dietro l'omonima villa.



E' una nuova pizzeria dello stesso proprietario della Gatta Mangiona, quindi nel solco della nouvelle vague della pizza romana creativa e innovativa di Pizzarium/Sforno/Tonda/Bir&Fud/Fermentum, ma cercando in questo caso un ritorno alla tradizione napoletana in tema di impasto e consistenze. L'esito è molto positivo dal punto di vista gastronomico: fritti e pizze sono ottimi e leggeri, sebbene l'ambiente non sia particolarmente caldo e accogliente e manca di uno spazio esterno per l'estate. L'impasto è effettivamente un po' diverso dalle neopizzerie prima ricordate, ci è sembrato più sottile e soffice, ma rimane comunque nei gusti la logica creativa romana (basti pensare alla pizza dei castelli con la porchetta...)



Per iniziare abbiamo provato um misto dei loro fritti, con crocchette ricotta e spinaci, supplì all'arrabbiata (molto all'arrabbiata), supplì alla gricia e frittatine di bucatini, oltre alla bruschetta del giorno che era baccalà, origano e pomodorini. Per le pizze siamo andati sul classico, con la margherita che è in 3 versioni: con parmigiano e basilico, senza e con bufala. Infine come dolci un buon tiramisù e soprattutto una goduriosa mousse di cioccolato molto fondente e pure un po' amaro, strepitosa! Il tutto innaffiato da una birra Irie della Almond, leggermente acidula o (come recita il menu) salmastra che si abbinava molto bene al cibo.



Servizio attento e cortese, con prezzo finale intorno ai 20-22 euri. Forse Sforno rimane superiore, ma qui siamo decisamente ad alto livello, nonostante le polemiche in rete sulla sua "napoletanità" o meno che lasciano il tempo che trovano...



Lazzaroni
Via Tommaso Fortifiocca 68 (Appio-Latino)
Tel. 06 7811772
Solo cena - Chiuso lunedì
Ne parlano Dissapore, Scatti di Gusto (con un'anticipazione e poi una recensione), Profumi dal Forno, Luciano Pignataro, Vie dei Gourmet.

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lunedì 4 giugno 2012

Il sapore dell’Upper-East Side a Roma

Dalla nostra inviata a Manhattan, Jules!

A pochi passi dalla nuova stazione della metro B1 Annibaliano è nato un punto di ritrovo dove basta aprire gli occhi per sentirsi parte dell’elite di Manhattan...

Torte alte 15 cm ricoperte di crema al formaggio e granella di zucchero colorato, apple pies che sembrano uscite dalla cucina di nonna papera (servita però decisamente troppo fredda e senza l’indispensabile pallina di gelato alla vaniglia) e l’accogliente profumo di pancakes. Da un lato un bancone con le specialità del mondo anglosassone sapientemente sistemate e dall’altro 4 file di tavoli bianchi dove la clientela, per lo più ragazzine alla moda e con l’I-pad a prova di “twit”, si può sedere e gustare un buon “Americano” (una rarità per Roma).

Sabato e domenica Brunch e la fila la dice lunga sulla qualità di bagels e uova strapazzate (o scrumbled eggs come è più cool dire in un locale del genere). E sia che voi scegliate di ordinare un uovo alla “Benedict” o un piatto di “Meatballs Spiedini”, riceverete una caraffa di succo d’arancia. Tutti i giorni invece potrete immergervi nella cultura anglosassone ordinando per pranzo o per cena un “Club Sandwich” servito con croccanti french fries o scegliere una fra le varie insalate proposte fra cui la celeberrima revisitazione capitolina dell’insalata made in NYC per eccellenza: la “Cesar Salad”. Se invece decidete di andare a prendere “a tea with the gurlz”, potrete scegliere fra una buona varietà di infusi: dal natalizio “Christmas Tea” (con cannella, arancia e anice stellato) al seducente “Caldo Abraccio” (con uva passa, papaya e molto altro ancora al suo interno). Per accompagnare il tè potrete scegliere fra l’altro la classica fetta di “Carrot Cake” o l’altrettanto classico fragante “Cookie”.

Ciò che colpisce di più però non è la qualità del cibo ma il clima che si respira. I piccoli muffins della bakery romana ancora troppa strada devono percorrere per raggiungere la qualità di quelli di “caffè nero” o di “starbucks” ma l’ambientazione è decisamente degna di nota (un perfetto mix fra l’old-style britannico, la parigina Ladurée e la cucina di Martha Stewart). Gli I-pad sistemati lungo le pareti a strisce verticali verdi e bianche danno quel senso di contemporaneità hi-tech ad un ambiente sobrio e fresco sul quale i proprietari hanno evidentemente investito. L’immagine più bella? Un giovane prete con barba incolta e cuffie da Dj che ordina un americano take-away prima di salire sull’autobus con la sua coffee cup con la scritta “L<3ve your mug”.


Grande pecca la chiusura settimanale, decisamente poco international. Prezzi medio alti: 2 fette di torta e 2 Americani 12€; 2 NY bagels e due bicchieri di succo d’arancia 13 €... ma del resto si sa: la vita nell’Upper East Side non può essere economica!


Bakery House Roma
Corso Trieste 157 b (piazza Istria)
+39 06-94377841
Dal Martedì al Venerdì 8:00/23:00 - Sabato e Domenica 9:00/19:30 - Lunedì chiuso
Sito ufficiale
Se ne parla su Tavole Romane, Nessun Dove e Pici e Castagne

lunedì 14 maggio 2012

Ave Cesare

Titolo scontato (e rubato) per la trattoria romana più in voga della stagione 2011-2012... E devo dire che i complimenti se li meritano tutti Leonardo & Maria Pia (no, il Cesare dell'insegna non c'è più, ve ne dovrete fare una ragione), che nei pressi del capolinea del tram 8 hanno mantenuto esternamente l'apparenza della trattoria tradizionale (l'insegna old-style e il pergolato) e dentro, in un ambiente molto tranquillo e curato, con legni bianchi e pareti lilla, hanno creato un avamposto della moderna cucina romana, sul modello di Felice e di Flavio. Non a caso SlowFood li ha premiati nel 2012 con la chioccioletta dell'eccellenza, privilegio raro a Roma.


Il menu è infatti romano, con punte di eccellenza nei fritti come le polpette (piccole) di bollito con salsa di pesto, gli gnocchetti con salsa cacio&pepe e le alici al cartoccio, e con incursioni nei piatti di pesce. E infine i dolci, talmente buoni che è meglio ordinare il mix! E' il posto ideale per il pranzo in famiglia della domenica o per una cena molto tranquilla... eh sì perchè se vogliamo proprio trovare un difetto (che non è certo l'arredamento come sostiene qualche blogger), questo è piuttosto il servizio bradiposo che rischia di farvi stare 2-3 ore a completare il pasto, quindi se avete (si fa per dire) fretta sbrigatevi a ordinare tutto presto :-) Attenti ai prezzi, chè la qualità si paga e anche prendendo il buon vino della casa se si largheggia con gli antipasti è facile ritrovarsi a 35-40 euri cadauno, ma ovviamente ne vale la pena.

Ci sarebbe tanto da parlare e da fotografare, ma mi fermo qui, sia perchè questa è la prima recensione che scrivo dopo l'arrivo della nana alias cicciomostro (anzi, avevo paura che Leonardo me la scambiasse per un abbacchietto...) e devo ancora riprendere il ritmo-post, e soprattutto perchè Cesare, oltre ad essere citato dal guru Nossiter, è recensito e fotografato ovunque nella blogosfera: Chic&Spicy, Cibario, Corriere della Sera, Elizabeth Minchilli, Italian Linguini, Pignataro, Puntarella Rossa, Scatti di Gusto, Via dei Gourmet, ecc. ecc.


Da Cesare
Via del Casaletto, 45 (Monteverde)
Tel. 06/536015
Chiuso mercoledì

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mercoledì 4 gennaio 2012

Il panino gourmet di Tricolore

Uno dei capisaldi della tradizione mangereccia romana, il panino è stato recentemente oggetto di grande attenzione nel mondo dei foodblog e non solo. Un recente articolo su "la Repubblica" ha infatti dato lo spunto per visitare Tricolore, indicato proprio dal quotidiano come un tempio del panino gourmet. Tricolore si trova nella splendida via Urbana, nel Rione Monti, ed è diventato molto noto nella Capitale, oltre che per i panini disponibili all'ora di pranzo, grazie ai corsi di cucina che organizza. La prima impressione che si ha entrando nel piccolo locale è proprio quella di trovarsi in una cucina in cui si svolgono lezioni. Siamo in tre e ci sediamo alle postazioni complete di cucina ad induzione e forno del bancone ad U che occupa gran parte della cucina. Gli spazi ridotti però non sono un problema, il locale, dominato dal colore bianco, è curato nei minimi dettagli. Il bancone in marmo, le mensole ricche di libri e utensili, attraggono l'attenzione e rendono piacevole l'attesa del menu e dei panini.




Il menu senza fronzoli, stampato in normalissima carta eppure molto elegante nel suo minimalismo, rafforza la mia idea che Tricolore si offre come un locale decisamente trendy, la cui eleganza è ispirata dallo stile dei prodotti Apple per intenderci. L'enfasi del menu è sul pane, il grande punto di forza di Tricolore, che offre non solo panini ma pane come un normale fornaio. Sul bancone, dalla parte opposta a dove ci troviamo, le baguettes e pane di Lariano appena usciti dal forno, hanno un gran bell'aspetto.




Scegliamo finalmente i tre panini: fillet-o-fish di lattarini, hamburger broccoli e arzilla, zuppa di pesce allo zenzero in crosta di Lariano. Il primo è un panino al latte con dentro lattarini e salsa tartara. Il nome richiama il fillet-o-fish di McDonald ma non c'è nessun filetto di pesce bianco. Probabilmente si punta al fattore sorpresa, come spesso accade nei moderni menu, ma il piacere sottile di non chiamare le cose con il proprio nome in questo momento mi sfugge. L'hamburger di broccoli e arzilla, che ho preso io è un hamburger di battuto di arzilla e ketchup artigianale in un pane di grano tenero con nero di seppia. Un aspetto molto simile a.... un fillet-o-fish ... se non fosse per il pane nero. La zuppa di pesce allo zenzero in crosta di Lariano si presenta in maniera simile ad un "sourdough bowl" americano, cioè una zuppa servita in pane lievitato naturalmente. I tre panini arrivano in una scatola bianca con lo stemma di Tricolore, minimalista ed elegante come ci si aspetta.




Naturalmente, parlerò in dettaglio della mia scelta. L'aspetto, anche in questo caso, è fin troppo minimalista. Ci sono tre elementi nel panino e nessuno particolarmente scenico. Sicuramente dei tre panini sul tavolo è quello meno appariscente. La sensazione dominante che si percepisce mentre lo si mangia è quella della freschezza, del pane. innanzitutto, del battuto di arzilla e del ketchup. Il pane è davvero il protagonista indiscusso del mio panino, morbido e fresco. Il battuto è soffice e gradevole e con un sapore delicato di pesce, i broccoli sono appena percettibili (scelta sensibile visto che si tratta di pausa pranzo) e lo stesso ketchup è molto delicato con la sua acidità che rischia a volte di coprire il resto. Insomma tutto molto fresco e ben dosato, fin troppo direi. Manca una nota di colore un sapore che resta nella memoria quando ci si alza e si esce. L'acidità del ketchup è forse l'elemento più deciso del panino. Ho accompagnato il panino con una birra artigianale, perfetta per l'abbinamento.




Veniamo a discorsi più venali. Il costo dei singoli panini è intorno ai 13€, non economico, sicuramente, ma giustificato dal pregio degli ingredienti e dalla loro lavorazione. Bastano questi ingredienti a fare di questi panini qualcosa di indimenticabile? Basandomi sul panino da me provato, non so dare una risposta. Personalmente non so separare il panino dal suo caratterere di "comfort food", con sapori decisi e appaganti. Tricolore ha sicuramente stimolato curiosità nei confronti di un approccio molto raffinato al panino e probabilmente tornerò di nuovo per provare un'altra loro creazione. Tuttavia non c'è stata nessuna folgorazione, che dopo aver letto i toni entusiastici dell'articolo di Repubblica, sentivo quasi certa.


Tricolore
Via Urbana 126 (Monti)
Tel. 06 88976898
Aperto fino alle 19 (ma i panini fino alle 15,30) - chiuso domenica
Il sito ufficiale e le recensioni di Dissapore, Papero Giallo, Degrado Esquilino (!) e Scatti di Gusto.

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martedì 3 gennaio 2012

La Cucina nel Lanificio

L'abbiamo già citato quel tratto della via di Pietralata pieno di curve e senza marciapiede, verso lo sbocco sulla Nomentana, dove si susseguono gli arrosticini proletari dei Quinzi, la superbia di Mejo de Betto & Mary, l'azotemia di Bistek, la tradizione del Gallo Rosso e l'itticismo di Fish Market.




Ora torniamo a parlarne perchè da poche settimane si è installato al piano terra della factory art (ecchedè?) "Lanificio 159" il ristorante "Lanificio Cucina" (eh già, come sbagliarsi...). Il Lanificio è uno spazio multifunzionale che ospita corsi di danza, eventi, mercatini ecc. e che sorge al posto di un vecchio stabilimento industriale affacciato sull'Aniene e che già aveva dato grandi soddisfazioni a noi gastrofanatici (nel senso che se magnamo di tutto): era la mitica location del cornettaro con il montacarichi nei luccicanti anni 90!




Oggi è un pezzo di New York o di Londra trapiantato nel Quinto Municipio: ingresso rigorosamente post-industriale e minimalista (cercate la "Carrozzeria Gigliotti"...), arredamento ricercatamente vintage, una enorme vetrata aperta sull'Aniene (ma a cena si può solo intuire visto che manca qualsiasi illuminazione esterna) e tre piani sfalzati che ampliano e movimentano il locale. Per un book fotografico vi rimando qui, ma di sicuro l'atmosfera è molto molto bella, e insolita per una città pigra e allergica alla modernità come Roma. Diciamo che ricorda un po' Necci per il menu, il nuovo Propaganda Caffè per l'arredamento e il Pastificio per il contesto.




Ecco, appunto, il menu. Su un semplice foglio il fronte mostra 6-7 proposte per antipasti, primi, secondi e dolci, mentre il retro presenta una trentina di vini principalmente biologici e naturali. Dopo aver scelto un buon Borgogna bianco (ma mi è rimasta la curiosità dell'Alsazia, sempre bianco), il problema giunge con i piatti del giorno, che sono quasi più di quelli in carta e si fa fatica a orientarsi bene. Comunque decidiamo di partire con 4 antipasti, ossia una vellutata patate porri e lenticchie (talmente abbondante che sembra più una zuppa che uno starter), una parmigiana di zucchine (leggera ma poco saporita) e un paio di flan di cipolle (buoni e gustosi).




Proseguiamo con i primi, tutti particolari e piaciuti molto: rigatoni con una crema di broccoli e roquefort, fettuccine al baccalà e i miei tortellini con sugo di piccione e castagne. Come secondi, nonostante interessanti proposte di carne, ci siamo rivolti verso la spigola in crosta di patate (molto buona), il baccalà con le verdure e un carciofo alla romana. Come dolce ha spopolato la mousse di ricotta ai cachi, fatta bene, insieme a un gelato di crema con mele cotte alla cannella che, nonostante la prima impressione ospedaliera, si sono rivelate gustose. Per finire, anche dei caffè al bicchiere ben fatti.




Al momento della dolorosa c'è invece un piccolo appunto da fare: sul tavolo è arrivato un conto, sia pure su ricevuta debitamente timbrata, che riportava solo il totale di 150 euri tondi tondi, senza alcuna specifica dei singoli costi; ora è vero che da un rapido calcolo il prezzo era corretto e anzi forse un tantinello scontato, però per trasparenza sarebbe preferibile avere un riepilogo completo. Nell'insieme non sarà un menu soprendente o particolarmente estroso, ma si mangia bene, in un bel posto, con un servizio attento, a prezzi contenuti (meno di 40 euri a persona). Rischia seriamente di diventare uno dei miei preferiti...




Lanificio Cucina
Via di Pietralata 159 (parcheggio interno)
Tel. 06 4501384 - 347 1809123
Sempre aperto, a pranzo e cena
Niente sito, ma pagina FaceBook
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