venerdì 31 dicembre 2010

Ristorante Birreria Peroni - sorelle Mizzoni

Il 4 dicembre ha riaperto il Macro e, sfruttando l'entrata gratuita, siamo tornati a visitarlo. Le mostre interne non sono male (ma preferivo quelle della temporanea apertura precedente) e la struttura è bella, soprattutto la parte nuova.

Uscendo cercavamo un posto dove mangiare qualcosa e siamo capitati alla Birreria Peroni delle Sorelle Mazzoni. Per capirci non la Birreria Peroni che (quasi) tutti abbiamo in testa a Piazza Santi Apostoli, ma un'altra. Gestita da tempo immemore dalle sorelle Mizzoni, simpatiche signore d'altri tempi, entrando nel locale sembra di tornare indietro nel tempo: tavoli grandi e molti habitué (di quelli che sembrano avere il loro tavolo di riferimento e che si sentono in famiglia) nonostante fosse sabato sera. Muri scuri con ghirigori color oro, un locale antico, abbastanza ben tenuto, sembra non sia cambiato negli ultimi 30 anni.



Eravamo 2, abbiamo preso:
- 2 antipasti: misto salumi (lonza, prosciutto di montagna, pancetta arrotolata, salame e salame di cinghiale) e acciughe con cipolla rossa e burro, entrambi buoni da mangiare con i pani, tra cui quello di segale nero;
- 2 secondi: wurstel bianco con crauti e patatine e canederli con crauti;
- 1 birra peroni gran riserva media (volendo c'è la grande che ormai è sparita dalle birrerie romane) e acqua.

I sapori sono buoni senza sconvolgere il palato, il servizio cortese e attento, non c'è burdello e tutto sommmato non costa neppure tanto. Se ci si trova in zona, può essere una buona alternativa.


Birreria Peroni - Sorelle Mizzoni

Via Brescia, 24-32 (Porta Pia)
06.8548155
Lunedì chiuso

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Un giardino segreto... e affollato

Giovedì 30 dicembre 2010, dopo un anno di tentativi, finalmente sono andato a mangiare la pizza al "Giardino segreto", a lato dell'Acquedotto Felice, a Porta Furba. Il locale è sempre affollatissimo: più volte avevo provato a prenotare, ma sempre senza successo. Ieri, complice l'orario un po' da scolaretti (ore 20:00), finalmente ci è stato concesso un tavolo per 4 (io, moglie, figlia e nonno).

Che dire? Avevo proprio voglia di capire il segreto del successo di questo posto, che forse può essere efficacemente riassunto per punti:
- la pizza, enorme (meglio prenderne una in due!), ben condita, sottile come piace ai romani, ma non con quella "consistenza cracker" ormai sempre più diffusa;
- l'origine sarda del pizzaiolo e di alcuni ingredienti (salsicce, pecorini, ricotte, alcune verdure, la buonissima birra Ichnusa...);
- il luogo suggestivo, racchiuso in un'isola assediata da un traffico infernale che presto si dimentica, però, ben protetti dalle arcate dell'Acquedotto di Sisto IV.

Il conto? Corretto: 67,80 euro per un doppio antipasto misto ricchissimo, due pizze davvero giganti (ne abbiamo avanzati un quarto per ciascuna!), acqua, birra, pane, caffé, mirto e 4 coperti. Consigliabile. E mi scuserete se, per l'ennesima volta, siamo in zona Appio-Tuscolano.

Il Giardino Segreto
vicolo dell'Acquedotto Felice 54 (Porta Furba)
tel. 06 7141799 - cell. Giovanni 334 2263652 - cell. Egidio 334 8739166

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lunedì 22 novembre 2010

Il Geco Biondo

Venerdì 19 novembre, su suggerimento di due amici vegetariani, abbiamo testato la cucina de "Il Geco Biondo", o meglio del "gECOBIOndo", tanto per chiarire che ECO e BIO sono le parole chiave del locale. Il locale si trova in zona Marconi, è piuttosto piccolo, ma accoglie abbastanza bene, anche se l'allestimento assomiglia troppo a quello di una ludoteca. Riviste e pubblicazione di cultura vegetariana e vegana sono a libera disposizione.

A servire uno dei proprietari, ansioso di illustrare qualità, caratteristiche e motivazioni di ogni proposta contenuta nel menu. Avete presente Tramonti e Muffati, con il solerte titolare che si dilunga su provenienza e proprietà organolettiche di ogni singola fettina di salume? Uguale: solo che l'intento pedagogico è decisamente più forte, alimentato da una appassionata verve ideologica.

E forse proprio qui c'è il limite più forte di questo ristorante-trattoria (come si autodefinisce), ed è bene dirlo subito. Probabilmente è normale che locali creati sulla base di esperienze militanti abbiano anche una funzione pedagogica, ma a noi piace pensare che - se è vero che "siamo quello che mangiamo" - allora dai vegetariani sarebbe lecito aspettarsi maggiore ironia. Prendersi troppo sul serio è, ammettiamolo, tipico dei carnivori più sanguinari.

Passiamo ai fatti, ossia al cibo: la carta è agile ed è imperniata su alcuni menu-degustazione che facilitano l'approccio. Noi abbiamo scelto il menu "rinforzato", che promette varietà di assaggi e quantità sufficienti a saziare ogni appettito.

Nell'attesa che cominciassero le portate, ci è stata servita una "insalatina dell'attesa", molto buona (e molto gradito il pensiero, dato che avevamo già una discreta fame), fatta di insalata mista, porri, scaglie di cioccolato fondente e condita senza sale, ma con alcune gocce di umeboshi giapponese. Si è passati poi ai ravioli di zucca alla crema di noci (discreti, ma senza troppa personalità), ai fagioli all'uccelletto (buoni), agli straccetti di seitan con erba cipollina (buoni, forse un pizzico troppo agri), a una mousse di verdure di cui adesso non ricordo la composizione, ma gradevole.

Abbiamo deciso di accompagnare il pasto con della birra rossa bio prodotta in Germania, davvero buona, a bassa fermentazione, aromatica e poco schiumosa: forse la cosa migliore di tutta la serata. Infine ci siamo concessi un dolce. Dovendo scegliere tra una "sacher vegana" senza latte, senza burro e senza uova (e me la chiami sacher? chiamala in un altro modo, no? che ne so: torta vegana con il cacao e la marmellata... c'è una malcelata coda di paglia in questo vezzo di presentare ricette aternative con i nomi della cucina tradizionale) e una torta di nocciole della Tuscia, con una certa vigliaccheria abbiamo scelto la seconda, che si è rivelata leggera e allo stesso tempo gustosa.

Alla fine, tra menu (che comprende acqua e pane, a 19 euro/persona), birra e dolce ce la siamo cavata con 26 euro a testa. Un posto anche economico, quindi, anche se il menu "rinforzato" non vi darà certo problemi di digestione... Gli stomaci più forti, anzi, si alzeranno da tavola con una vaga insoddisfazione, tipo "e dopo gli antipasti?". Ma ci avranno certamente guadagnato in salute e snellezza.
Ultima nota, non positiva, per il servizio un po' lento, soprattutto considerando che l'offerta del locale è organizzata su menu fissi nei quali varia solo la quantità degli alimenti.

Il Geco Biondo
via Gerolamo Cardano 105 (ponte Marconi)
tel. 06 5571048
sito ufficiale

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martedì 2 novembre 2010

Trattoria di pesce vicino al Parco della Caffarella

Ulteriore segnalazione in zona Appio-Latino. Questa volta parliamo di un'ottima osteria che ha messo il pesce al centro del proprio menu'. Trattasi de "La Caraffa", situata nei pressi del Parco della Cafarella in via Giovanni Villani n. 44, non lontana da Via Latina.

Avevamo già letto qualche recensione di questo locale su internet e tutte le previsioni hanno trovato conferma: autentica trattoria romana di quartiere, molto nota tra i residenti in zona, con una buona offerta di pesce cucinato in modo egregio, porzioni veramente abbondanti a prezzi molto popolari.

Per l'antipasto è possibile scegliere da un ricco buffet. Tra i primi consigliamo vivamente le linguine all'astice. I primi sono molto generosi (anche il condimento). Se quindi non annoverate tra le vostre doti quella di essere una super forchetta, potreste anche decidere di ordinare la mezza porzione (che equivale alla porzione piena di qualsiasi altro posto). Come secondo abbiamo scelto un'ottima spigola fatta ai ferri accompagnata da un piattone di pinzimonio. Prezzo medio (vino incluso) circa 20/25 Euro a testa, quindi più che valido. Pare facciano anche la pizza, ma a nostro avviso non è questo il motivo per andare dalla Caraffa.

Il locale è molto casereccio e informale ed i camerieri romani doc sono sempre pronti per una battuta. Aperto tutti i giorni a pranzo e cena. Ha due sale interne con aria condizionata ma è sempre ben frequentato. Consigliamo quindi di prenotare.

La Caraffa
Via Giovanni Villani, 44 (Appio-Latino)
Tel.: 06.786513

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domenica 31 ottobre 2010

SeiUnoZero. Non un insulto ma pizza e specialità sicule a domicilio

Sei uno zero. Nome alquanto inusuale (ed a primo acchitto forse un po' irritante) per un take away di pizza e specialità siciliane in zona Appio Latino. Il nome sarà strano, ma tra i vari pizza con consegna a domicilio che ho provato da quanto abito in questa zona, questo è decisamente il migliore.

Pizze con impasto alto e riccamente condite e soprattutto con grande varietà di scelta. Oltre alle pizze tradizionali bianche o rosse di ogni tipo, sono degne di nota le pizze tipiche siciliane, come per esempio la pizza alla norma (rossa con mozzarella, melanzane fritte ricotta infornata e basilico) , la 6-1-0 (pachino, mozzarella, ricotta fresca, crudo, rucola, pinoli, pepe nero) o la pignolata (mozzarella, pachino, ricotta fresca, pinoli, pesto, crudo, peperoncino, basilico tritato).

Oltre alle pizze, i ragazzi di 6-1-0 offrono anche alcune specialità siciliane, come per esempio gli arancini siciliani classici (al sugo), alla norma (melanzante) o con la besciamella ed il prosciutto (a Euro 1,50 l'uno), oppure il pidone, un calzone ripieno fritto (Euro 1,80 ), ed una serie di primi e altri piatti pubblicati giorno per giorno sull'account Facebook della rosticceria.

Anche se non riportato sul menu' è possibile ordinare per il dessert il cannolo siciliano fatto in casa, ottimo.
Ragazzi molto simpatici e servizio ottimo. Consegna a casa gratuita con ordinazione minima di Euro 10,00 .

6-1-0 La vera Sicilia tutta da gustare
Via Gino Capponi, 66 (Appio Latino - di fronte alla Zecca dello Stato)
Tel.: 06.97271768 - 06.97271423

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giovedì 28 ottobre 2010

Un Mithos all'Appio Latino

Si presta ai giochi di parole Mithos, che non è nè un bar che serve la birra nazionale greca, nè un ristorante etnico dove mangiare dolmades e gyros... è - più interessante per noi - una piccola "taverna" (come si autodefiniscono) di quartiere vicino alla circonvallazione Appia, che propone una buona cucina casalinga, con accenti marinari e romani-giudaici, e dall'eloquente sottotitolo "La taverna dell'allegria". In effetti, è uno dei pochi locali a Roma dove potrete vedere ai tavoli persone del quartiere sole che mangiano, cosa comune all'estero ma decisamente fuori moda sulle rive del Tevere.

I 2 simpatici signori che lo gestiscono (uno è il proprietario, Mario) cambiano il menu ogni giorno, scritto a mano con caratteri così poco comprensibili che bisogna continuamente chiedere chiarimenti, ma questo fa parte del gioco... E' quindi difficile indicare i piatti che troverete: lunedì scorso abbiamo mangiato un antipasto di patate e zucchine, degli ottimi gnocchi ai frutti di mare, un tortino di alici patate e indivia, e uno spezzatino di vitella coi borlotti, prima di concludere con una crostata ricotta e visciole. Sicuramente meglio i piatti creativi e particolari, rispetto ai primi romani (es. amatriciana) più banali. Non provati, ma nei commenti in rete sembrano piacere, la trippa e i fagioli con le cotiche.

Prezzi ultra popolari: primi a 10 euri, secondi a 11-12, contorni e dolci a 4... per un totale di 25 se proprio mangiate tutto!

Mithos
Via Benedetto Varchi 3 (Appio-Latino)
06 7840034
chiuso domenica e lunedì a pranzo

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Bruxelles, je t'aime

Aggiornata anche la mappa dei luoghi brussellesi, dopo la mia fugace apparizione sulle rive della Senne pochi giorni fa...

30 indirizzi: i ristoranti, le birrerie, le pasticcerie, i chioschi che ho amato nei miei mesi nella capitale d'Europa, e dove rivado ogni volta che ne ho l'occasione. Cliccate qui per vedere la mappa a tutto schermo



lunedì 11 ottobre 2010

Barcelona, t'estimo molt

Aggiornamento della mappa di Barcellona, con evidenziati a sinistra (nella mappa di dimensioni maggiori su gmaps) i posti "obbligatori" da non mancare per capire la gastronomia catalana.


15 indirizzi obbligatori e imperdibili nella capitale catalana + 50 altri luoghi: le trattorie, le tapas, le pasticcerie, i prodotti tipici consigliati agli amici, e dove rivado ogni volta che ne ho l'occasione.



giovedì 7 ottobre 2010

El Puerto Latino

Non l'abbiamo scoperto noi, non vogliamo attribuirci meriti che non abbiamo, ma "El Puerto Latino" si candida fortemente a diventare il nostro locale preferito per una serata gastro-etnico-musicale al Pigneto... E' più facile dire cosa non è: non è un pub, non è un take away, tantomeno un ristorante. E' un buchetto di 5 metri x 5 sotto il piano stradale, di fronte al Cinema Aquila (tenete d'occhio la programmazione) e a fianco alla fermata del 105, dove scendendo alcuni gradini si trova una cucina di pesce dominata da Carlitos, un angolo di cocktail cubani, 2 o 3 musicisti andini e un gruppo di peruviani che conoscono Roma meglio di molti romani.



Si mangia solo "ceviche" (e che sarebbe 'sto ceviche? beh, in pratica il piatto nazionale peruviano), ovvero pesce marinato insieme a polpo, calamari, gamberi e cozze e serviti in un bel piattone quadrato con patate, patate dolci, mais, lattuga, coriandolo, cipolla, lime, peperoncini sudamericani (ma evitate accuratamente di mangiarli interi, nella scala di piccantezza quelli calabresi sono 1 e questi 1000...) e forse un'altra decina di ingredienti indecifrabili. Ma non basta: questa fracca di roba viene legata con il "leche de tigre", un sughetto bianco che sa di zenzero ed è fatto con l'acqua rilasciata dalle cozze, aglio, latte, sedano e qualcos'altro. L'unica cosa che potete chiedere a Carlitos è se volete il ceviche di solo pesce oppure quello misto con i frutti di mare...



E' una preparazione notevole, che avviene sotto i vostri occhi passo dopo passo, e vi assicuro che è il migliore che abbia mai mangiato (vabbè, è anche l'unico...). C'è anche riso e la patata dolce, ma qui ci si viene per il ceviche, e nient'altro. In compenso, un cubano simpatico e chiacchierone fa ottimi cocktail, tra cui una piña colada degna di menzione speciale, ma anche un bel gin fizz che accompagna egregiamente il pesce. E dopo le 20,30-21 scatta la musica andina e cubana, tra cui Guantanamera e Hasta Siempre Comandante Che Guevara.



Il ceviche costa 11 euri e sazia abbondantemente; al massimo potrete aggiungere una ciotola di riso se avete ancora uno spazietto libero nello stomaco, ma ne dubito! Cocktail tra 5 e 7 euri, oppure birra peruviana, o anche vino bianco argentino a 3 euri al bicchiere.



El Puerto Latino
Via L’Aquila 31b (Pigneto)
Tel. 331.8326538
Sempre aperto a cena e dopocena, fino a tardi
Niente sito, ma pagina su FaceBook

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Photo Credits: GiòMarascoAgency

lunedì 24 maggio 2010

Fiumicino come Barcellona

Beh, forse proprio come la capitale catalana (o meglio il suo rione marinaro della Barceloneta) no... in effetti sul litorale romano pullulano i ristoranti di pesce tutti uguali con-i-camerieri-in-bianco il-sorbetto-di-limone le-linguine-allo-scoglio il-risotto-alla-crema-di-scampi ecc-ecc ma scarseggiano terribilmente le bettole dove mangiare pesce e frutti di mare appena pescati, in ambienti "veri", a buon prezzo e senza fronzoli!

Quindi è stata una scoperta interessante una pizzeria-take away di pesce sul molo di Fiumicino, tra il Municipio e il ponte "levatoio": si chiama GePaGi e sembra essere l'emanazione dell'omonimo ristorante in lungomare della Salute. Da fuori appare come una normale pizzeria, ma già l'insegna denota un invitante "fritto misto"; se poi si entra nel buchetto al civico 106 si vedono subito alcune pizze sfiziose come quella al sugo di polipetti o alle seppioline, e poi sua maestà il cartoccio di frittura (7 euri ma ne vale la pena!) con spicchio di limone annesso, nonchè filetti di baccalà e fiori di zucca anch'essi fritti. Pochi tavolini all'esterno per sedersi, ma volendo si si può appoggiare il marciapiede rialzato del canale.



E vi ho trovato pure dove andare dopo la frittura per completare il pasto con un buon caffè oppure prima per fare un aperitivo con un vino bianco e un paio di ostriche: alla Bottega del Caffè, enoteca-ostricheria (4-5 varietà diverse di molluschi tra 3-5 euri!!) al civico 122b della stessa strada :-)

Pizzeria GePaGi
Via di Torre Clementina, 106 (Fiumicino)
Pranzo e cena fino alle 22, chiuso lunedì

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martedì 11 maggio 2010

Tra Albertone e il Pigneto

Post atipico e breve per segnalare questa volta non una trattoria, ma due blog che sono entrati in piena concorrenza con la nostra ragione sociale, ossia quella di scovare su tutto il territorio comunale (e oltre) le migliori bettole per i vostri pasti...

Prima di tutto il blog di Lorenzo Cairoli, giornalista del Gambero Rosso, che ha curato per il mensile un reportage sul Pigneto segnalando alcuni posti mai sentiti, ma che promettono bene, oltre a qualcuno che abbiamo già recensito su MagnaRoma. In particolare, sembrano interessanti l'equadoregno "El Paraiso del Paladar" e il colombiano "Pais Paisa" verso la via Prenestina, oltre al takeaway di pesce appena aperto "Poisson" nei pressi dell'isola pedonale.

Digressione personale: sempre all'isola pedonale del Pigneto, ho provato Hobo ArtClub, un bel locale arredato in stile "finto casuale" con librerie alle pareti. Il cibo è buono, con piatti etnici a soli 5 euri cadauno, ma la lentezza esasperante del servizio ("cosa aveva preso?"), veramente esasperante ("sì, ora la porto"), assolutamente esasperante ("ah, ve ne andate?"), mi fanno sospendere il giudizio in attesa di una nuova visita :-(

Invece 06blog si è dedicato a un elenco di trattorie romane mettendo in bella evidenza il nostro logo di Sordi coi maccheroni: anche qui alcuni posti già noti (Dino, Marini, Ada), altri poco stimolanti, ma un paio di segnalazioni sono sfiziose, come Bonelli a Tor Pignattara e la Botticella sull'Appia Antica. Chi mi accompagna?

sabato 10 aprile 2010

Una fiaschetteria del 1913

C'è proprio la data del 1913 sul "diploma di benemerenza" appeso in sala: è la Fiaschetteria Marini, quasi un secolo di vita in un ambiente appartato e old-style vicino piazza Fiume, a due passi dai resti della villa di Sallustio.


Ma è difficile approfittarne, visto che è aperto solo di giorno sia a pranzo sia nel pomeriggio per un bicchiere di vino, e la sera solamente il venerdì... Su internet non si capisce bene cos'è, qualcuno lo elenca tra i wine bar e qualcun'altro tra la cucina austriaca (!). In realtà è una pura e semplice trattoria romana, in una traversa poco battuta ma con una clientela composta da comitive di pariolini e qualche turista.


Nonostante la posizione centrale e la frequentazione la cucina si difende bene, con buoni primi (venerdì io & l'Avvocato abbiamo provato gli gnocchetti gorgonzola, guanciale e peperoncino) e secondi più semplici di carne e di pesce (ma comunque buona la cernia lessa con salsa tartara e patate), oltre a contorni classici come le puntarelle, che hanno meritato una sontuosa scarpetta. Ci sono solo un paio di dolci, ma numerosi vini al bicchiere a poco prezzo o in alternativa alcune bottiglie con ricarichi contenuti (in vendita anche da portar via). Per concludere, ottimo l'amaro wunderbar, che si trova molto raramente ma è uno dei miei preferiti. Un locale semplice ma sorprendente, con conto finale sui 25 euri o anche meno.


Fiaschetteria Marini
Via R. Cadorna, 9 (piazza Fiume)
Tel. 06 4745534‎
Aperto a pranzo e nel pomeriggio - Venerdì anche cena - Chiuso domenica

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giovedì 11 febbraio 2010

Ada non c'è più

Alfredo e Ada è una delle pochissime trattorie rimaste come decenni fa nel centro di Roma, in zone un tempo malfamate (a Panico c'era una famosa casa di tolleranza...) e ora ricche di negozietti interessanti e battute da stormi di turisti nordici in cerca di qualcosa di "pittoresco" :-(

Qui il pittoresco lo trovano, ma non è quello finto creato apposta per spennarli, bensì quello vero derivante da un'attività in piedi almeno dagli anni 30 e presa in gestione dal 1945 dal castellano Alfredo e dalla marchigiana Ada, dove pranzare o cenare (ma non nel fine settimana, dedicato al riposo!) o anche, come facevano gli ultimi vecchi del rione, passare nel pomeriggio per una partita a carte e un bicchiere di vino.

Ne abbiamo parlato agli albori di questo blog. La prima volta, circa 10 anni fa, a pranzo col mio collega dottor Bonzo, ci sedemmo e aspettammo parecchi minuti che Ada venisse a prendere la comanda (Alfredo già non c'era più). Quando finalmente si avvicinò al tavolo disse "Adesso arriva il primo", e noi "Ma non abbiamo ancora ordinato nulla", e lei "E tanto ce n'è solo uno di primo", e noi "Ah". Ovviamente uscimmo pienamente soddisfatti!

Un solo primo, dunque, una pasta al sugo di solito, e 3-4 secondi (involtini, spezzatino, trippa, seppie con piselli, salsiccia e fagioli, e poco altro), seguiti dalle ciambelline intinte nella romanella (il vino frizzante tipico delle osterie romane). Il tutto cucinato nel minuscolo tinello, dotato di padelle e fuochi casalinghi, insieme ai vecchi frigo da parete contenenti il vino della casa.

E anche pochi tavoli (5 o 6), spesso da dividere con altri commensali se si è solo in 2. E alcuni avventori solitari, che magari lavorano qui vicino, cosa molto rara nei locali romani e segno di familiarità e abitudine.

La peculiarità di Ada era l'umanità con cui accoglieva chiunque, romani o scandinavi senza differenza (perchè su molte guide straniere Alfredo&Ada è ben presente), a cui parlava solo in italiano, anche se le facce del danese di turno mostravano un'imperfetta conoscenza della lingua di Dante: bastava mimare i piatti, o magari portare le persone direttamente in cucina per farglieli vedere.

"Era", perchè Ada non c'è più: è morta pochi mesi fa, a giugno, a 86 anni, ma già da qualche tempo non era più presente in sala, sostituita dal figlio Sergio. Se andate, Sergio vi racconterà le ultime vicende e le attuali difficoltà per mantenere lo spirito del luogo rispettando le nuove norme igieniche che chissà perchè lasciano fare di tutto ai cinesi ma rendono la vita complicata a una trattoria storica del centro (Alemanno batti un colpo!).

(Ada qualche anno fa)

Oggi pranzo nel solco della tradizione, a cominciare dal prezzo standard di 18 euri: penne cacio e pepe (in alternativa ragù), involtino con melanzane a tocchetti e spinaci (in alternativa spezzatino di vitella con patate), frappe e castagnole per sostituire le ciambelline purtroppo finite (quindi niente inzuppatura nella romanella). Niente di clamoroso, intendiamoci, non un posto per gourmet, ma il fascino dell'ambiente merita la sosta, molto rilassata.

Qui un po' di foto e qui una recente recensione; ne hanno parlato anche il Cavoletto e il Papero Giallo, nonchè alcuni anglofoni in libera uscita.

Alfredo & Ada
Via dei Banchi Nuovi 14 (Chiesa Nuova)
Tel. 06 6878842
Chiuso sabato e domenica

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venerdì 29 gennaio 2010

Per le prossime occasioni...

Post atipico (come un lavoratore del call center) per segnalare qualche locale già famoso da provare nelle prossime occasioni, grazie alle recensioni che altri colleghi bloggers (anvedi che fico che fa!) hanno fatto recentemente: una specie di lista della spesa dei quartieri romani da frequentare meglio.


L'idea ovviamente (e come te sbagli) non è nostra, ma dei dissaporati, che hanno proposto i 5 migliori piatti di pasta di Roma e i 10 indirizzi imperdibili della città (peraltro c'è anche la lista delle 5 migliori carbonare, ma qui andiamo sull'ultra-specializzato!).


Ma noi ci adeguiamo subito e rilanciamo.

1) A Prati bisogna provare quello che viene definita la migliore trattoria romana per la qualità delle materie e la creatività delle preparazioni, anche se i prezzi sono ovviamente maggiori dello standard a cui vi abbiamo abituato: Arcangelo, di cui parla se stesso e Senza Panna. Bisogna anche provare Settembrini, ristorante costoso e sciccoso, ma Bonilli e Puntarella Rossa dicono che ne vale proprio la pena.

2) A Ponte Milvio è imminente una cena in una trattoria invece più contenuta come prezzi ma non come qualità, orgogliosa di continuare i prodotti tipici del Lazio e le ricette tradizionali, che già nel nome è tutto un programma anche se il pezzo forte sembra essere la carbonara: il Quinto Quarto, chiocciola Slow Food, di cui si parla nel blog di Bonilli, dalle parti della Puntarella Rossa e qui .

3) All'Esquilino bisogna tornare, stavolta con recensione e foto, nel tempio della cucina marchigiana a Roma: la Trattoria Monti, altra chiocciola Slow Food, di cui si parla qui.

4) E poi a Testaccio è obbligatorio tornare, ogni qualche mese almeno, da Felice, già recensito abbondamente sul nostro blog, ma di nuovo fotografato da Senza Panna.

5) E infine, al centro centro, un posto casalingo e ruspante che esiste da decenni ma che (mea culpa, mea maxima culpa!) non ho mai avuto il piacere di provare, e sembra che la perdita sia molto grossa: Settimio al Pellegrino, di cui Puntarella Rossa parla qui.

venerdì 22 gennaio 2010

MagnaFuoriRoma: Ristorante Dante a Montefiascone

Volete un posto - a 1 ora e mezza da Roma - perfetto per "sfonnavve" unendo qualità, quantità e prezzi giusti? ECCOLO: Ristorante Dante a Montefiascone. Ho conosciuto questo luogo una domenica, viaggiavamo verso il Lago di Bolsena e e ci ha convinti a provarlo la recensione su slowfood 2002.

E' in pieno centro, è anche albergo, la cucina è tradizionale, buona, copiosa, non cara. Eravamo in 4. Abbiamo iniziato con antipasto misto per 2... era come per 4, il tipico antipasto italiano con prociutto, salame, lonza, lonzino, salame di cinghiale, qualche sottolio e sottaceto. Buoni, così come il pane. Mentre mangiamo l'antipasto al tavolo accanto servono i primi e quasi mi pento di aver ordinato il secondo, tanta era la pasta e il sugo.

Abbiamo ordinato 2 fettuccine con ragù in bianco di cinghiale e - mi pare - 2 ravioli. Le fettuccine, oltre a essere un piatto enorme, avranno mezzo cinghiale in ragù sopra, per cui sono buone buone buone buone, ma anche pesanti. Stando con 3 belle fanciulle, sono stato il solo ad aver ordinato il secondo: gallinella ripiena. Era tipo mezza gallinella, con dentro pure il ripieno. Buona veramente, ma in 4 nun je l'avemo fatta a finilla.

Abbiamo bevuto 2 bottiglie d'acqua e - me pare - 1 o 2 bottiglie di Est Est Est, prodotto in loco, perchè mai scegliere un'altro vino??? Era buono, non ottimo, ma buono. Visto che non abbiamo fondo, e in questo le fanciulline non si sono tirate indietro, ci siamo cmq divisi 2 dolci, mi pare al bicchiere, tipo tiramisù fatto da loro. Abbiamo pagato, mi pare, qualcosa come 70-80€ in tutto.

Ristorante Albergo Dante
Via Nazionale, 2 - Montefiascone (VT)
Chiuso lunedì
0761.826015

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giovedì 21 gennaio 2010

Ethio Fasil - Ristorante Etiope

Ho scoperto un ottimo ristorante Etiope al Pigneto.

Un sabato, facendo la spesa all'Altra Economia di Testaccio mi son messo a parlare col ragazzo del banco frutta e verdura (buona e non cara tra l'altro) che tra le varie cose mi da questo indirizzo, un po vago tra l'altro (quando prendi la casilina dal ponte della ferrovia è nella prima strada a sinistra), contro mano tra l'altro.

Cerco su internet e trovo poco, ma mi accorgo che allo stesso indirizzo risulta l'Ass. Cult. Etiopia in Italia. Infine trovo questo commento: "Al Pigneto invece, a via Grosseto, regna ‘Ethio Fasil’ il ristorante etiope dell’istrionico Mamush. Le sue ingera sono fra le più prelibate di tutta la Capitale, ma il suo asso nella manica è il kitfò, la steak-tartare degli etiopi, un piatto sublime".



Andiamo in 4. Abbiamo preso un piatto misto per 4, di fatto di base c'è l'ingera (un pane piatto tipo piadina ma più morbido e leggermente acido) con sopra carne e verdure cotte. L'ingera si usa anche per mangiare, se ne taglia un pezzettino e si prende con quello il cibo. A me piace mangiare dallo stesso piatto con gli altri amici, mi da un senso di socialità.

Dunque ingera per 4 con carne e verdure (entrambi buoni buoni, magari potevano metterci qualche verdura in più), 1 acqua, 2 birre 66cl, 39€ totali. Il posto è semplice ma proprio per questo bello e interessante. Ci sono anche molti etiopi, segno che la cucina incontra anche il loro gusto.



Ethio Fasil
Via Grosseto, 5 (Pigneto)
Chiuso Lunedì
Aperto pranzo e cena
tel. 346 2234659 - 327 7831103

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lunedì 11 gennaio 2010

La Confraternita dell'Uva

Nuova apertura al Pigneto (lato Acqua Bullicante), quasi di fronte all'ormai osannato Idillio e alla taverna greca Egeo: la Confraternita dell'Uva, che nel nome richiama l'omonimo libro di John Fante, ma diversamente da questo, dove sono protagonisti "quattro italiani vecchi e ubriaconi", qui è pieno di ragazzi (più di 4) anche se il vino effettivamente scorre abbastanza...

L'ispirazione culinaria viene però dalla Sicilia, patria della cuoca Natasha, che prepara a pranzo e cena 5-6 primi e altrettanti secondi, di carne e pesce, illustrati e serviti in sala da Danilo. Ma per cominciare è d'obbligo dividere in almeno 2 persone uno dei monumentali piattoni di antipasti (salumi, formaggi, olive, sottoli, panelle, polpettine, tortini di verdure e cipolle, zucchine e pomodori ripieni, cuscus, caponata fatta come si deve in agrodolce...).



Primi e secondi sono ottimi, e non solo siculi ma sempre mediterranei, purtroppo è probabile che prendendo l'antipasto si debba scegliere l'uno o l'altro. Tra i primi la lasagna di cernia, gli involtini di melanzana e maccheroni, i garganelli con pistacchio e pancetta. Tra i secondi il baccalà con patate olive pomodoro e capperi (in foto), gli involtini di pesce (ma anche di carne) e non mi ricordo cos'altro :-(



Dolci meno convincenti, ma comunque positiva la pannacotta con granella di mandorle. Da bere vino della casa, molte bottiglie di tutta Italia e le birre del Borgo. Alcuni piatti sono portati al tavolo in terrine, per mantenerne il calore (tra cui il monumentale baccalà), e tutti ma proprio tutti sono in porzioni più che generose. Il prezzo al contrario è piccolo, tenuto conto della creatività della cuoca e della bontà delle preparazioni: a parte il mega antipasto a 13 euri, primi e secondi sono contenuti entro i 10, per un totale di circa 25 euri, che scendono drasticamente a pranzo.

Approvato!

La Confraternita dell'Uva
Via Augusto Dulceri 56 (Pigneto)
Tel. 06 27858198 - 328 9799858
chiuso lunedì

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