martedì 17 dicembre 2013

Eataly si dà all'hamburger

Eataly ha creato il suo primo spin-off con le hamburgerie aperte in varie città italiane e finalmente anche Roma, all'inizio di via Veneto, in una zona già descritta su queste pagine come avara di soddisfazioni per i gastro-funzionari in cerca di qualcosa di decente...

Ora è possibile pranzare e cenare con buoni panini, composti da carne piemontese (ma quante vacche vengono allevate lassù?...) e formaggio raschera, e racchiusi in pane selezionato e adatto all'hamburger, nonchè accompagnati da altrettanto buone patatine e innaffiati (nel mio caso) dalla gazzosa Lurisia. Il test è stato positivo, e il prezzo del menu a 12,80 euri (panino + patatine + bibita) corretto. Forse meno riuscito il kebab, ma qui ci si va per l'hamburger.

E poi la luce blu elettrizza l’attesa... Che sarebbe? Sarebbe che quando ordini ti danno un fantascientifico (!) dischetto da portare al tavolo (sul modello dei newyorkesi Shake Shack), che si accende quando il panino è pronto, per cui bisogna alzarsi e recarsi all'apposito sportello! Eh sì, perchè questo è comunque un fast food, non c'è servizio e il tavolo bisogna arpionarlo da soli, e può essere complicato quando per i gastro-funzionari di cui sopra si avvicina il momento agognato del pranzo ;-)


L'Hamburgheria di Eataly
Via Veneto, 11 (piazza Barberini)
Tel: 06 42016531
Sito ufficiale

VAI SU GOOGLE MAPS

lunedì 16 dicembre 2013

Una Casetta a nord-ovest

Ecco una recensione del nostro nuovo collaboratore freelance Gab, che copre una parte della città a cui la redazione storica di MagnaRoma è poco avvezza...
Quella mappa delle “100 trattorie 100” piena di segnalini blu e rossi così sbilanciata verso est, io, abitante di Monte Mario, non l’ho mai mandata giù. In effetti la cucina romana è sempre stata proiettata verso i Castelli che fanno tanto gita fuori porta, abbuffata e vino ‘bbono, ma anche in zona Roma Nord-Ovest, fuori dalla famigerata fascia verde, è ancora possibile trovare qualche chicca.
 
 
Siamo a pochi passi dal Parco S. Maria della Pietà, lungo l'antica Via Triumphalis, sul tracciato di uno degli ingressi delle Vie Francigene a Roma: “Sotto la ferovia, doppo er Santamaria (che li matti fori stanno e li savi invece drento) c’è ‘na fraschetta.” Così vi accoglie l’Hostaria La Casetta, piccolo locale da 30 coperti arredato alla “di tutto un po’” ma con una ottima cucina tradizionale romana: rigatoni al sugo di coda, pasta e fagioli, gnocchi al sugo di spuntature e salsiccia (la nostra scelta) oltre ai grandi ma più comuni classici.
Per secondo il menu del giorno proponeva trippa, coda, fagioli e cotiche, lingua e così via, ma la mia scelta è andata su delle costolette di agnello accompagnato dalle puntarelle. I piatti li vedete in foto, per il gusto… venite a provare !!!
Due primi, un secondo, un contorno, acqua, mezzo rosso in bottiglia e due caffè 37 euro.
 


La Casetta
Via Trionfale 9245 (Monte Mario)
Tel. 06/3388543
Aperto a pranzo e cena - Chiuso il lunedì
Sito ufficiale



lunedì 19 agosto 2013

Dar Bruttone e Lacapagira, San Giovanni in recupero

Quale antidoto migliore per combattere il back-to-work blues (sì, sono tornato a Roma, ahimè!) che buttare un occhio sulla mappa di Magnaroma per individuare qualche nuovo posto mangereccio da testare in questa seconda metà di agosto, magari anche evitando locali affollati e prenotazioni impossibili? Nessuno, ovviamente. Tuttavia, guardando la città dall'alto mi sono reso conto che la zona in cui abito (San Giovanni) è tutta incorniciata da diverse recensioni di osterie situate nelle zone limitrofe (prima tra tutte il Pigneto, ma poi anche l'Appio Latino e l'Esquilino) mentre sono del tutto assenti segnalazioni di locali che le persone residenti tra San Giovanni, Piazza Re di Roma e Piazza Lodi possano raggiungere magari a piedi, evitando in questo modo anche l'utilizzo dell'automobile. 

Colgo quindi l'occasione per buttar lì due brevissime segnalazioni in plain text (ovvero senza foto, perché anche secondo me il cibo sta lì per essere mangiato) che avevo messo da parte un po' di tempo fa.

*** ***
DAR BRUTTONE
Si tratta di una trattoria a pochi passi da Piazza Re di Roma che incarna in modo perfetto lo spirito di Magnaroma: ottima cucina romana della tradizione (con qualche piccola innovazione), ambiente che ricorda le osterie di quartiere di una volta, costo assolutamente contenuto.

Molto interessante l'antipasto della casa, composto da mozzarellina di bufala (normale ed affumicata, quest'ultima veramente degna di nota), bruschette con cicoria e lardo, tippa morbidissima e saporita al punto giusto, prosciutto e verdure grigliate. Rigorosamente da prendere in due e solo se si ha quel po' di fame in più perché altrimenti rischiate di lasciare le altre portate nel piatto. I primi confermano le ottime impressioni iniziali. Da provare la carbonara del Bruttone, con il tartufo, e buona anche la classica amatriciana. Considerando le porzioni più che abbondanti non siamo andati oltre con i secondi, motivo per il quale ci siamo promessi di ritornarci presto. Il tutto, con acqua naturale e vino della casa che va più che bene, per un costo totale di poco meno di 20 euri a testa. 

Il personale è molto cortese e disponibile e tutto ciò fa sì che il posto sia abbastanza popolare in zona, motivo per il quale si consiglia vivamente di prenotare.

Dar Bruttone
Via Taranto n. 118 (San Giovanni)
06 89024870

*** ***
LACAPAGIRA
Salendo su per Via Foligno, che è una traversa di Via Taranto, ci si imbatte dopo una breve camminata nella trattoria protagonista della seconda segnalazione, ovvero Lacapagira. Si tratta di un'interessante osteria che serve specialità pugliesi e che rispetto al Bruttone ha un ambiente più curato e raffinato, senza però voler essere pretenzioso. 

Anche qui iniziamo con un abbondante antipasto composto dall'immancabile burrata e latticini vari nonché da diversi altri assaggi di pesce che variano a seconda di cosa offre la cucina (ottimo il tortino di polpo con patate). Buoni e abbondanti anche i primi, nel nostro caso un saporito spaghetto alle vongole con zucchine e bottarga e le classiche orecchiette con cime di rapa. Ottima e fresca la frittura di pesce, presa in un'occasione, mentre sugli altri tavoli abbiamo visto un interessante pesce al forno (sarà stata una spigola o un'orata) con patate, pachino ed olive. 

Rispetto al Bruttone si spende di più ma le abbondanti porzioni fanno sì che il rapporto qualità/prezzo sia comunque buono. Questo vale in particolare se si opta per il menù fisso a 25 euro (antipasto, primo e frutta + calice di vino) oppure a 30 euro (primo, secondo e dolce + calice di vino), che però a quanto pare e disponibile solo il venerdì e comunque non nel weekend, dove probabilmente si spende un po' di più. 

Lacapagira
Via Voghera n. 10 (San Giovanni)
06 7012811

lunedì 3 giugno 2013

Moma Ristorante, a due passi da Piazza Barberini

Aprire un ristorante e chiamarlo Moma è una grossa responsabilità. E' senza dubbio un nome che crea aspettative di "fine dining" e una dose di innovazione nei piatti. Vediamo se la cucina ottiene quanto promesso.

Il locale, in via San Basilio, tra via Bissolati e Piazza Barberini, è sviluppato su due piani. Il ristorante è al piano superiore, mentre il bar al pian terreno. Il profilo degli chef e la storia li potete trovare qui. L'ambiente è moderno, elegante ma informale, una caratteristica che si ritrova ampiamente nei piatti e sembra essere un po' la vocazione dei locale. Basta infatti dare un'occhiata al menu per capire che elementi della cucina romana vengono fusi con ingredienti della cucina internazionale.

Iniziamo con la selezione di pane e pizza, ben presentata e ottima.



Ho scelto piatti à la carte, ma è disponibile un menu degustazione a 45€ molto interessante. Si inizia con una amuse bouche: polenta bianca con pecorino romano e pop corn. Questi ultimi sono lì forse per creare un elemento di sorpresa, perché a mio parere non danno nessun valore aggiunto ad un'ottima combinazione di sapori.



Il secondo amuse bouche è una delle creazioni più riuscite tra quelle provate. Si tratta di cornetti ripieni di crema piccalilli di arancio e zenzero.


Altri due stuzzichini per iniziare nella forma di fave fritte e mini crostini.





Passiamo agli antipasti. Piccione in due cotture. Il petto è grigliato, la coscia confit.

E uovo poché, crema di asparagi bianchi, parmigiano 36 mesi, caviale povero.

Presentazioni molto moderne e cotture perfette. Il piccione è uno degli ingredienti che verranno ricordati come tormentoni dei tardi anni '00 e inizio '10, ciò non toglie che se cucinato alla perfezione, come in questo caso, ci si lascia tormentare volentieri. Senza dubbio una delle star della cena. L'uovo poché, interessantissimo per le diverse consistenze, sarebbe stato perfetto se i sapori fossero stati più bilanciati. Il parmigiano di 36 mesi è il padrone incontrastato del piatto. 
Veniamo ai primi: cappelletti ripieni di cinta senese e mandorle serviti su crema di parmigiano e polvere di caffè. Eccellente la pasta, sottile al punto giusto. Due i sapori fortissimi e dominanti. La carne del ripieno e di nuovo il parmigiano. Il fatto che ci siano mandorle e caffé passa del tutto inosservato, se non per un breve timido accenno di amaro.


Ed ecco i chitarrini di Gragnano alla gricia serviti con guanciale croccante e scaglie di cacio sbronzo. Ordinarli mi strappa un sorriso, pochi giorni prima mi sono imbattuto nella ennesima lista di AMLO in cui al punto 3 si dice che ormai la pasta se non è di Gragnano non ha più dignità.



Al di là delle concessioni alle mode del momento la gricia è ottima. Guanciale portato al limite della croccantezza e di nuovo il duo "maiale e cacio" che domina. Almeno qui non ci sono elementi che distraggono: l'essenza della gricia è questa, maiale e cacio. Ottima interpretazione di un classico. E' la terza star della serata.
Passiamo ora al secondo: galletto alla livornese servito per due persone. Anche in questo caso cottura perfetta sia per la carne che per i peperoni, e la salsa è ridotta al punto giusto.



Arrivati a questo punto notate che manca quasi del tutto un colore nelle foto sopra: il verde. No, non è un problema del monitor. Avendo prediletto un menu carnivoro mi sono reso conto che nessuna verdura è prevista a rompere i toni tipici della carne. La proteina la fa da padrona incontrastata. Un occhio ai tavoli vicini mi dice che è proprio una scelta. Tra i piatti di pesce invece si scorge un filetto di rombo alla mugnaia con spinaci e altri piatti in cui il verde c'è.
Finiamo con il dolce. Un classico soufflé. Le strade che portano ai ristoranti con vocazione di "fine dining" sono lastricate di soufflés sgonfi, e questo è uno di quelli. Ottima la salsa di lamponi.



In conclusione Moma è un ristorante molto interessante, indicatissimo per chi ama sapori forti e ingredienti che dominano la scena. Ho provato alcune grandi interpretazioni e anche piatti con uno o due ingredienti che dovrebbero dare l'elemento sorpresa (e trendy come il caffé sulla carne) ma che non aggiungono nulla al piatto, eccetto il punto interrogativo di aver letto un ingrediente che non si ritrova nel sapore.
Moma é un ristorante valido con ottime idee e chef che hanno esperienza europea che emerge chiaramente  nei loro piatti. Manca ancora un po' per essere al pari con altri ristoranti di questa fascia nella Capitale, basterebbe abbandonare pop corn e caffé.


Moma Ristorante
Via di San Basilio, 42 (piazza Barberini)
Tel. 06 4201 1798
Sito Ufficiale (in costruzione)

lunedì 27 maggio 2013

Fettuccine e pizza al Mattarello

Se amate i lounge con un'atmosfera cheap retrò ma chic e snob sempre in, con maitre, sommeiller e chef grand gourmet... nun ce venite!

Hamburger e involtini primavera dalli ar gatto, magnate romano.

Nun ve fate incantà da li napoletani. (intesi come pizzaioli, NdR)



Solo per la pubblicità che hanno ideato sui giornali romani questa pizzeria e trattoria alla Magliana (con succursale ai Parioli...) si meriterebbe un'affluenza massiccia. Se poi aggiungiamo che sono aperti da tre anni ma già danno l'impressione di essere una trattoria rodata, vuol dire che il giudizio del Politburo di MagnaRoma è positivo: ci è piaciuto! Lo dimostriamo con questa recensione che doveva essere a 12 mani (no, non c'era la Dea Kalì), ma visto che "m'hanno rimasto solo" (cit.) mi faccio io portavoce di tutta la redazione...




Dopo tanto tempo, finalmente l'ho provato! La pubblicità mi aveva fatto venire l'acquolina in bocca per le fettuccine fatte in casa, e quindi non ho proprio guardato le proposte del pizzaiolo, ma mi sono concentrato sulle alternative disponibili: cacio&pepe, arrabbiata, pesto... e ho fatto la scelta più semplice, col pomodoro e parmigiano (foto sotto). Mi è piaciuta sia la consistenza della sfoglia che il sapore del generoso condimento, che rendono il posto decisamente una meta interessante dove tornare presto, anche se forse la cacio&pepe assaggiata dal piatto di Gennaro, e arrivata al tavolo su un padellone (foto sopra), era la scelta migliore.



Il giudizio è reso ancora più positivo dalle quantità pantagrueliche e da un servizio veloce e amichevole ma non invadente. Prima ancora abbiamo assaggiato qualche fritto tanto per aprirci lo stomaco (se mai ce ne fosse bisogno...): buoni ma non indimentacabili le alici, i carciofi, i supplì e il baccalà.

Qualcuno invece si è sacrificato per voi lettori e ha optato per la pizza... anche questa è stata una scelta azzeccata, con un impasto basso alla romana, generoso condimento e sapori decisi. La pizza provata è stata quella broccoli e salsiccia, che è piaciuta molto e sazia notevolmente.


Meno entusiasmanti i dolci, con proposte poco creative tra cui un tiramisù discreto e uno "sfoglialino" (o qualcosa del genere) al bicchiere in cui la crema in alto non si amalgama con il biscotto in basso.



Invece note dolenti col vino della casa, decisamente insignificante e fornito in bottiglia già aperta e non corrispondente al contenuto (ma volendo c'era qualcosa dell'onnipresente Casale del Giglio), nonostante il foglietto dell'"oste psicologo" invogliasse a provarlo anche nella versione "fiasco" :-(


Conto sui 25 euri a persona, ben spesi, soprattutto per quanto riguarda il "core business" delle fettuccine, ma comunque è un posto accogliente che invoglia a tornare. Promosso!



Il Mattarello 
Via della Magliana, 210 (angolo Via Cutigliano)
Tel. 06 55283871
Sempre aperto solo a cena
(succursale Viale Liegi, 64 - tel. 06 8554083 - aperto anche a pranzo escluso sabato)
Sito ufficiale (molto scarno, ma con prenotazione on-line!)
Pagina FaceBook

mercoledì 30 gennaio 2013

Un'Hamburgeseria senza hamburger

Cari lettori, proseguiamo nella serie delle recensioni parallele che tanto successo hanno riscontrato in tutto il mondo (?!), e questa volta parliamo di un posto che non ci ha fatto impazzire... Nota: la recensione si riferisce al locale di via dei Reti, ma il cibo è uguale a quello di via del Teatro Pace.


Hariseldon_74
Cos'è un'Hamburgeseria senza un buon hamburger? Avete presente Alfonso Cuscus, che si chiama così ma poi scopri che il cuscus non è niente di che? Ecco, qui è la stessa cosa, con la differenza che le premesse buone ci sarebbero pure: il posto è molto accogliente, quasi nordico nell'aspetto, con le grandi vetrate che danno sul tram e l'offerta che comincia da colazione e arriva fino a cena. Però questa volta i signori Fish Market (sì, è loro) non ci sono piaciuti: la carne è insipida, la cottura preferita non viene chiesta, il pane è inadatto e si frantuma subito, la presunta salsa piccante non picca, le patatine fatte in casa di accompagnamento (almeno la sera in cui ci siamo stati) erano finite presto e sono state sostituite con altre surgelate :-( ...e dire che non costa pochissimo, poiché oltre al prezzo base di 7 euri vanno aggiunti 50 centesimi ogni "optional" (cipolle, bacon, salse, cheddar, avocado, ecc ecc) e 3 euri per le patatine, da confrontare con gli 8-9 all inclusive del Porto Fluviale, tanto per fare un esempio!
In compenso buona l'idea di poter personalizzare il panino (da scegliere tra manzo, tacchino e vegetariano) con le varie aggiunte, e buone le zuppe a 5 euri oltre alle birre di Fiumicino a 4,50. Per finire dolci americani non memorabili. Conto sui 20-22 a testa. Se migliorassero l'hamburger sarebbe un bel posto!



Giò
L'idea è buona, il luogo è comodo da raggiungere, il locale è carino e dopo un mese di apertura, il mercoledì sera, era già pieno. Chi ci ha servito era preparato, attento e simpatico. La birra cruda di NaBiretta è buona. Le premesse ci sono tutte.
La musica è un po' troppo alta e soprattutto quando il locale si riempie, si è obbligati ad alzare la voce.
L'organizzazione interna al locale forse ha bisogno di esser meglio pianificata, perché quasi mezz'ora per servire 4 hamburger mi sembrano tanti, perché se i clienti aspettano non ti vai a fumare la sigaretta, perché se con l'hamburger ordino le patatine, le vorrei insieme e non un quarto d'ora dopo.
Forse anche la proposta gastronomica dev'esser aggiustata: nel mio caso il pane era buono di sapore (sempre restando nella tipologia pane da hamburger, tipo Poldo) e non ho riscontrato problemi di sbriciolamento eccessivi, la guarnitura era buona (peperoni, speck, fontina, asiago), ma la carne non poi così saporita. Di fatto un haburger di manzo con 4 aggiunte, viene a costare 9€ cui ne devi aggiungere 3 per le patatine (ergo un totale di 12€); se devo scegliere, preferisco l'hamburger di Baccano (anche se costa 16€) che è servito su piatto di coccio (e non su cartone) con posate vere (qui non ce le hanno date) e tovagliolo di stoffa (qui di carta) ma soprattutto la carne è buona e saporita, viene richiesto il grado di cottura, c'è l'anello di cipolla fritto, ecc. Alla fine della fiera, Baccano sta a 2 passi da Fontana di Trevi per cui pagherà un affitto astronomico, l'Hamburgheseria sta a San Lorenzo e di certo non paga lo stesso affitto, per cui, quantomeno, mi aspetto una carne buona.
Spero in un miglioramento futuro, soprattutto della carne ma anche dell'organizzazione.


Gennaro
Condivido quanto detto dagli altri recensori, con qualche piccola precisazione: sul panino evito di ripetere quanto detto da Hariseldon mentre per quanto riguarda la location sono meno entusiasta di lui. Il posto è carino e le grandi vetrate sui binari del tram fanno molto grande metropoli internazionale ma appena varchi l'ingresso - e quindi superi le vetrate - questo "flair" e la relativa accoglienza vengono secondo me un po' meno. Musica troppo alta, spazi troppo stretti (attenzione se stati seduti nella parte centrale, c'è una specie di scalino e rischiate di finire gambe all'aria con tutta la sedia!), tavoli troppo attaccati. Beninteso, l'idea è buona e le premesse ci sono, ma secondo me - oltre a dover migliorare sugli hamburger - bisogna lavorare un po' sui dettagli e rendere il locale più accogliente e "smooth". Il cameriere, per esempio, potrebbe indossare una maglietta targata Hamburgeseria, gli darebbe un tocco di maggiore professionalità e gioverebbe alla riconoscibilità ed al brand (uattsamerica!) del locale. Forse ci si potrebbe/dovrebbe inventare qualcosa anche per quanto riguarda i "piatti" di cartone, che sono grigi ed anonimi. Insomma, promosso non direi ma ci si può lavorare! 



Hamburgeseria

Via dei Reti 40 (San Lorenzo) e Via del Teatro Pace 35 (Centro)
Tel. 06/44701298 e 06/68802918
Sempre aperto dalle ore 10 alle 24
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lunedì 21 gennaio 2013

Porto Fluviale 2 - La vendetta (della trattoria)

No, non ci siamo sbagliati, lo sappiamo che abbiamo appena scritto un'altra recensione su questo posto, ma la passione messa da Giò nel testare il lato pizzeria ci ha indotto a tornare subito dopo per cenare nel lato trattoria. Essendo un post atipico, anche la forma sarà inconsueta, con tre minirecensioni parallele adatte a darvi altre opinioni su questo nuovo locale.





HariSeldon_74
Il Porto Fluviale è un posto terribilmente nordico nella concezione, negli arredi, nelle pietanze e nel servizio. Lo dico subito: è bello e buono, e sta lontano dai prezzi eccessivi di alcune recenti aperture romane... per me è promosso! E' vero che è concepito come spazio multifunzionale, ma ormai questa più che una moda appare una necessità in tempi di crisi, e nel caso in questione la gestione delle diverse offerte appare ben bilanciata e autonoma. C'è però una cosa da sapere subito: è meglio andarci presto rispetto a quando monta la fame, perchè almeno mezzora la perderete a combinare il vostro pasto, scegliendo tra cicchetti (le tapas alla spagnola) singoli e in gruppo, quarti di porzione, mezze porzioni, porzioni intere, panini e minipanini...

Mi è piaciuto: 
L'ambiente appena realizzato ma già accogliente, come una birreria nordica.
I tavolini maiolicati senza tovaglia.
Il menu da trattoria italiana.
Il panino con hamburger a 8-9 euri (la metà di Baccano, tanto per dire). 
L'attenzione e la cortesia dei camerieri.
I divanetti all'ingresso e il lungo bancone dove bere o stuzzicare (molto molto nordico!).
La birra della casa FluviAle a 10 euri il litro.
I prezzi della pasta a meno di 10 euri.
La possibilità di mangiare cose diverse scegliendo la quantità desiderata.
Il fatto che accettano qualsiasi buono pasto.
La frequentazione fighetta ma non troppo.
Il pane nel vaso.
Le polpette di bollito coi pinoli.

Non mi è piaciuto:
Il rumore.
Il pane dell'hamburger e le salse industriali in monoporzione.
I dolci che almeno sentendoli declamare non apparivano imperdibili (ma non li abbiamo assaggiati).
La saletta riservata da prenotare come minimo per 700 euri chef escluso...
La difficoltà di scegliere dal menu (sì, è anche un bonus, ma alla fine uno veramente non sa cosa decidere).




Giovanni
Quarant'anni fa, il numero 22 di Via del Porto Fluviale non esisteva, li c'era solo un muro e all'interno un magazzino le cui merci arrivavano via ferrovia. Ho abitato li difronte nei miei primi 15 anni, al numero 3D, settimo piano, quartiere popolare ma da casa mia si vedeva l'Aventino, il cupolone, Testaccio e Monteverde. 
Di quel periodo ricordo il rumore delle ambulanze il cui deposito era oltre il fiume e il rumore dei mercati generali, fortunatamente entrambi i problemi spariti dal quartiere.
In questi anni il quartiere è molto migliorato, università e locali hanno aperto e ristoranti e colori sono apparsi sui muri con i murales... peccato che qui, come nel resto della città, ci siano sempre troppe macchine, che invadono tutto.  

Mi è piaciuto:
La birra fluviale e anche l'apposita bottiglia di vetro.
L'ambiente del locale, il mobilio, le stigliature, le grandi vetrine.
La possibilità di ordinare mezze porzioni (e volendo porzioni 1/4).  
I prezzi che vanno bene.
Le polpette di bollito.
La zona bar, con le sue grandi poltrone.
L'orario dalle 10e30 alle 2 di notte.
E' un locale simile a Sorpasso e Baccano. 
Sta a un paio di km da casa mia, ci posso andare a piedi. 

Non mi è piaciuto:
Il forte brusio quando il locale è pieno, che obbliga ad alzare la voce.
Il fatto che la mezza porzione è piccola, più vicina a 1/3.
Il bollito il salsa verde: il maggior pregio della salsa verde era il suo colore, perché di sapore non è che ne avesse molto, le carni erano da 6 meno meno e c'era anche un pezzo di pollame, che non mi risulta faccia parte di quel piatto... ma potrei sbagliare.
Lo stinco di maiale al miele e birra: era secco e né la birra né il miele emergevano nel sapore.
Anche se i prezzi sono decisamente più bassi di quelli di Baccano, bisognerà meglio valutare le due proposte, perché la qualità dei cibi di Baccano mi è sembrata migliore.



Gennaro

Ma perché a Roma non ci sono posti del genere?”. Ecco cosa avremmo detto se avessimo trovato il Porto Fluviale durante una vacanza in un’altra capitale europea. Invece no. Porto Fluviale sta a Roma e, per la tipologia di locale, potrebbe essere paragonato ad un diner americano dove puoi fare praticamente tutto (prendere un caffè + dolce, mangiare una pastasciutta, bere una birra al banco e stuzzicare un cicchetto, cenare con primo, secondo e contorno) in un ambiente open space. A me questa soluzione piace assai e quindi, anche considerando le cose che mi son piaciute e quelle che ho gradito meno (vedete sotto), per me è promossa!

Mi è piaciuto:
L'estetica. Si inserisce bene nel contesto post industriale del Porto Fluviale.
Bello il bancone (fa molto NY) e la zona "divano de casa" con poltrone e, per l'appunto, divani.
Il menu super articolato e che, con le porzione frazionate ed i cicchetti, permette una quantità infinita di combinazioni, anche se bisogna farci un po' l'abitudine (prendo due mezzi primi ed un quarto di secondo? O una carrellata di cicchetti ed un secondo pieno? Panico!).
Ravioli di ricotta, capperi, olive e broccoli: saporiti al punto giusto. 
Hamburger (Due Carni): carne succosa e saporita, dimensioni ok.
La composizione degli avventori è alquanto mista, cosa che evita al locale di essere bollato come un posto di questa o quella categoria sociale (radical chic, intellettualoide, alternative etc.).
La birra fluviale nel bottiglione del latte (quello che si vede nei film USA, per intenderci) è bella chiara, leggera e scende bene.
Prezzi assolutamente competitivi e non gonfiati causa novità o particolarità del posto.

Non mi è piaciuto: 
Ravioli di ricotta, capperi, olive e broccoli: porzione forse un po' piccola (faceva più pensare ad un terzo che non ad una mezza porzione).
Hamburger (Due Carni): nell'insieme il panino risulta un po' oleoso, forse a causa dei broccoletti ripassati al suo interno. Pane un po' scialbo, niente di particolare.
Il personale della cucina dovrebbe evitare di pulire i fornelli con l'aceto quando ci sono ancora ospiti onde evitare di intossicare i tavoli vicini alle porte della cucina (come è successo a noi).




Porto Fluviale
Via del Porto Fluviale, 22 (Piramide)
Tel. 06 5743199
Aperto tutti i giorni dalle 10.30 alle 2 di notte
Sito ufficiale




giovedì 17 gennaio 2013

Ritorno "Al Posto Giusto"

I ristoranti di quartiere, protagonisti non celebrati della vita gastronomica romana, sono sempre luoghi piacevoli da visitare. Lontani dai circuiti "foodies", vengono recensiti poco, sono poco glamour e piuttosto variabili nella qualità. Eppure hanno un loro fascino, sono i luoghi dove si respira l'identità di un quartiere e le storie di attività di famiglia.
Cosa chiedere ad un ristorante di quartiere? Sostanzialmente quello che si chiede per prima cosa a qualsiasi ristorante, la qualità degli ingredienti, buoni fondamentali e non cercare di essere quello che non si è.
Tenendo presente questo ho visitato con tre amici "Al Posto Giusto", trattoria di pesce a Centocelle. MagnaRoma ha gia' visitato la trattoria nel 2006 e poco è cambiato nel tipo di offerta. E' offerto un menu fisso a 33€ con una decina di portate, parecchi antipasti, due assaggi di primo, e secondo di crostacei e pesce. Nel nostro caso il vino (un verdicchio dei castelli di Jesi) è stato incluso, così come caffè e servizio.
Una piccola premessa: alzarsi con ancora un po' di fame non è una possibilità contemplata in questa trattoria.




La visita al locale è stata fatta il 28 Dicembre e le vistose decorazioni natalizie rendevano il ristorante sicuramente ben riconoscibile in via dei Gelsi e ben oltre.
Buoni gli antipasti, tra cui ostriche, una mousse di capesante (nome attribuito da me, non vengono descritti i piatti) e cozze gratinate. Le prime non certo all'altezza di quelle di Arcachon, ma fresche. Un po' anonimo il gratinato delle cozze, ben riuscita la mousse. 

I due assaggi di primi erano un risotto agli scampi, profumato e ben condito ma con cottura che poteva fermarsi un minuto prima, e un classico spaghetto con vongole. Quest'ultimo piatto piuttosto ben preparato e con buone vongole, ma con probabile uso di farina come addensante nel condimento, anziché acqua di cottura (cosa fatta notare dall'esperto del piatto al nostro tavolo), a scapito della consistenza del condimento.
A separare il primo dal secondo un sorbetto di limone, la nota dolente della cena, visto che si è separata acqua dal sorbetto, rendendo il tutto un po' pasticciato.
Vi confesso che al momento del secondo ero già piuttosto soddisfatto. I gamberoni e il pesce erano ben preparati, in maniera tradizionale e senza fronzoli e, soprattutto, freschi.
La frittura, ottiene la sufficienza, nonostante la pastella poco croccante. Anche in questo caso sarebbe stato opportuno che chi serviva (credo fosse la proprietaria nel nostro caso) descrivesse un po' i piatti prima di servirli.
In conclusione, dalla prima recensione di MagnaRoma non sembra cambiato nulla se non un ritocco ai prezzi. Fortunatamente nulla è cambiato nella vocazione di questa trattoria che è quella di offrire pesce fresco cucinato senza fronzoli e in quantità più che soddisfacente.
In cucina c'è spazio per miglioramenti, soprattutto nel sorbetto e nei dettagli delle varie portate. Il servizio, anche se sempre cordiale e accogliente, dovrebbe guidare un po' di più il cliente, soprattutto considerando che lavora su una base di menu fisso, perchè anche se le ricette sono classiche, è bello sapere qualcosa di più su cosa si mangia (soprattutto negli antipasti in questo caso).
Si tratta comunque di una trattoria da cui si esce soddisfatti, il pesce è di buona qualità e il prezzo del tutto onesto. Soprattutto, "Al Posto Giusto" possiede le qualità che un ristorante di quartiere dovrebbe avere, soddisfacente, fedele alla sua identità e cordiale.


Al Posto Giusto
Via dei Gelsi, 141 (Centocelle)
Tel. 06 2573904




domenica 13 gennaio 2013

Armando, oasi di tradizione al Pantheon

Un pranzo nei pressi del Pantheon è un evento che ha aspettative del tutto diverse a seconda che voi siate un turista o un romano doc.
Per il turista è la cornice a farla da padrona, mentre un romano ci penserebbe più volte prima di avventurarsi in uno dei tanti ristoranti intorno a piazza della Rotonda. Armando è l'eccezione, è una trattoria romana in tutto e per tutto, con stile sobrio, assolutamente non ammiccante al turista. E' considerato dei punti fermi della ristorazione tradizionale da Puntarella Rossa.

La piccola sala è in perfetto stile di trattoria romana: una decina di tavoli, pochi quadri con alcuni orgogliosi attestati della storia del locale, aperto da più di cinquanta anni. A completare la sala c'è l'immancabile bancone e l'uscita della cucina, sempre aperta così da far intravedere l'attività dei personale, cosa che a me piace sempre molto.
Era il 29 dicembre quando, in due, abbiamo visitato il ristorante. La mia scelta cade su una gricia e un bollito alla picchiapò. La gricia di Armando è ben conosciuta e si narra che sia tra le migliori a Roma. Impossibile non provarla. Incidentalmente, se volete la ricetta potete trovarla a questo link.


Non sono un grande fan delle classifiche, ma quella di Armando è una gricia da provare, ottimo il guanciale e perfettamente dosati pecorino e pepe, di ottima qualità. Cottura perfetta e pasta, anche essa di grande qualità. Il bollito alla picchiapò è ugualmente ottimo. Unico neo di questi due piatti è la presentazione. Siamo sicuramente in una osteria tradizionale, ma un tocco di modernità nella presentazione non guasta. La fogliolina di prezzemolo che guarnisce il piatto, ad esempio poteva anche non esserci.


E' un piatto gratificante senza essere pesante. Oltre al bollito è stato provato un piatto di lenticchie con salsiccia, tradizionale e di sostanza, presentato in maniera più attenta e a detta della mia compagna di recensione, un po' troppo sapido.

Arriviamo al dolce, un semifreddo alla crema con cioccolato e canditi.
Un po' troppo freddo per il tipo di dolce, con evidenti cristalli di ghiaccio che non rendono giustizia al sapore della crema, ottima. Anche il cioccolato sul semifreddo, opaco è un indice che il dessert è stato eccessivamente raffreddato. Presentazione anche quì tradizionale e un po' disordinata, un peccato perché non all'altezza della cura nell'ingrediente che emerge in ogni piatto.

Il pranzo è stato accompagnato da un Cesanese del Piglio. Una nota va certamente data al servizio, attento, appassionato e non invadente. La sala è mantenuta alla perfezione, i piatti del giorno vengono presentati con passione e competenza. E' evidente che chi serve è parte della famiglia che gestisce il ristorante e crede nella cucina.

In conclusione Armando è una trattoria da visitare, senza riserve, se si cerca la tradizione romana e la passione nel proporla e tramandarla. Un'identità quella di Armando non affatto banale da mantenere vista la posizione in cui si trova. Altra nota di encomio, la possibilità di scegliere un menu del tutto vegetariano.

Con prezzi per tre portate nel range dei 40-50 € e con l'unico neo di una presentazione con qualche pecca, ad Armando va un bel 7-. E soprattutto ci tornerò.


Armando al Pantheon
Salita de' Crescenzi, 31 (Pantheon)
Tel. 06 68803034
Chiuso sabato sera e domenica
Sito ufficiale


venerdì 11 gennaio 2013

Oh Romeo, Romeo, perché sei tu Romeo...

Titolo scontato per la nuova apertura più acclamata del 2012: Romeo, dalla premiata ditta Roscioli (quelli del forno e dell'enoteca a Campo de' Fiori) & Bowerman (la chef del Glass a Trastevere) & uno dei soci di Bir&Fud. Siamo nel cuore di Prati, che si conferma come centro nevralgico dei fermenti gastronomici romani, dopo i successi di Settembrini e le aperture del panificio di Bonci, di Splendor Parthenopes, di Quarto Burgers e non so cos'altro...



Il locale è splendido, molto curato nei dettagli e con grandi vetrate sullo sfondo che lo rendono poco romano: in effetti è un raro esempio di recupero industriale di una vecchia officina dell'Alfa Romeo (da cui il nome), come già fatto col Lanificio di Pietralata. Sui blog ne parlano tutti in maniera entusiasta (Gambero Rosso in anteprima e poi Dissapore, Puntarella Rossa, Tavole Romane, Scatti di Gusto ecc. ecc.), e quindi non potevamo esimerci dal testarlo anche noi di MagnaRoma...




La filosofia della gestione è la multifunzionalità, tipica di tutte le nuove aperture romane, probabilmente per massimizzare le entrate e l'ammortamento degli investimenti. Si può venire qui a pranzare o cenare, a fare colazione o un aperitivo, a comprare pane dolci formaggi e salumi, a mangiare panini espressi come dai classici alimentari o bei tranci di pizza alla teglia. In teoria questo ampio ventaglio di offerta potrebbe andare a danneggiare la qualità, ma la nostra visita non percepisce errori o problemi, salvo i prezzi orientati verso l'alto, per rientrare evidentemente degli elevati investimenti effettuati.




Il nostro pranzo è stato frugale e quindi dovremo tornare per recensire altri aspetti dell'offerta. Questa volta ci siamo concentrati sulla pasta: spaghetti aglio olio peperoncino e... panettone (una buona variante della più classica mollica di pane), ravioli al castelmagno zucca e nocciole, e spaghetti con pomodorini ricci di mare e caffè (non pervenuto quest'ultimo). Tutto buono, in porzioni non micragnose e ben presentate, sebbene un paio di forchettate in più non avrebbero guastato. Prezzi tra 11 e 16 euri, leggermente eccessivi i piatti più costosi. Meno convincente il piatto di formaggi, non particolarmente memorabili e non descritti dalla cameriera, accompagnati da un solo intingolo.



Poi direttamente i dolci: fonduta di cioccolato, latte e Gentilini, Mont Blanc rivisitato: anche qui tutto buono, piccolo ma buono, e anche qui i 9 euri sono forse un tantinello troppi, sebbene accompagnati da tre assaggi di piccola pasticceria aggratis (fudge di cioccolato bianco, gelatina di cassis e madelaine). Pane e pizza ottimi, ma era difficile sbagliare in questo per i Roscioli :-) ...di fatto stiamo parlando di una vera e propria succursale in Prati dello storico forno del Centro! Però a mio avviso sono illogici i prezzi di ogni cestino di pane, come anche delle bottiglie di acqua e dei caffè, tutto a tre euri.



Conto finale sui 26-28 euri. La qualità fa dire che è decisamente da tornarci, quantomeno per completare l'analisi dell'offerta, certo non è un posto da frequentare abitualmente!

Romeo chef & baker
Via Silla, 26a (Prati)
Tel. 06 32 110 120
Sempre aperto dalle ore 9 alle 24
Sito ufficiale