Venerdì 19 novembre, su suggerimento di due amici vegetariani, abbiamo testato la cucina de "Il Geco Biondo", o meglio del "gECOBIOndo", tanto per chiarire che ECO e BIO sono le parole chiave del locale. Il locale si trova in zona Marconi, è piuttosto piccolo, ma accoglie abbastanza bene, anche se l'allestimento assomiglia troppo a quello di una ludoteca. Riviste e pubblicazione di cultura vegetariana e vegana sono a libera disposizione.
A servire uno dei proprietari, ansioso di illustrare qualità, caratteristiche e motivazioni di ogni proposta contenuta nel menu. Avete presente Tramonti e Muffati, con il solerte titolare che si dilunga su provenienza e proprietà organolettiche di ogni singola fettina di salume? Uguale: solo che l'intento pedagogico è decisamente più forte, alimentato da una appassionata verve ideologica.
E forse proprio qui c'è il limite più forte di questo ristorante-trattoria (come si autodefinisce), ed è bene dirlo subito. Probabilmente è normale che locali creati sulla base di esperienze militanti abbiano anche una funzione pedagogica, ma a noi piace pensare che - se è vero che "siamo quello che mangiamo" - allora dai vegetariani sarebbe lecito aspettarsi maggiore ironia. Prendersi troppo sul serio è, ammettiamolo, tipico dei carnivori più sanguinari.
Passiamo ai fatti, ossia al cibo: la carta è agile ed è imperniata su alcuni menu-degustazione che facilitano l'approccio. Noi abbiamo scelto il menu "rinforzato", che promette varietà di assaggi e quantità sufficienti a saziare ogni appettito.
Nell'attesa che cominciassero le portate, ci è stata servita una "insalatina dell'attesa", molto buona (e molto gradito il pensiero, dato che avevamo già una discreta fame), fatta di insalata mista, porri, scaglie di cioccolato fondente e condita senza sale, ma con alcune gocce di umeboshi giapponese. Si è passati poi ai ravioli di zucca alla crema di noci (discreti, ma senza troppa personalità), ai fagioli all'uccelletto (buoni), agli straccetti di seitan con erba cipollina (buoni, forse un pizzico troppo agri), a una mousse di verdure di cui adesso non ricordo la composizione, ma gradevole.
Abbiamo deciso di accompagnare il pasto con della birra rossa bio prodotta in Germania, davvero buona, a bassa fermentazione, aromatica e poco schiumosa: forse la cosa migliore di tutta la serata. Infine ci siamo concessi un dolce. Dovendo scegliere tra una "sacher vegana" senza latte, senza burro e senza uova (e me la chiami sacher? chiamala in un altro modo, no? che ne so: torta vegana con il cacao e la marmellata... c'è una malcelata coda di paglia in questo vezzo di presentare ricette aternative con i nomi della cucina tradizionale) e una torta di nocciole della Tuscia, con una certa vigliaccheria abbiamo scelto la seconda, che si è rivelata leggera e allo stesso tempo gustosa.
Alla fine, tra menu (che comprende acqua e pane, a 19 euro/persona), birra e dolce ce la siamo cavata con 26 euro a testa. Un posto anche economico, quindi, anche se il menu "rinforzato" non vi darà certo problemi di digestione... Gli stomaci più forti, anzi, si alzeranno da tavola con una vaga insoddisfazione, tipo "e dopo gli antipasti?". Ma ci avranno certamente guadagnato in salute e snellezza.
Ultima nota, non positiva, per il servizio un po' lento, soprattutto considerando che l'offerta del locale è organizzata su menu fissi nei quali varia solo la quantità degli alimenti.
Il Geco Biondo
via Gerolamo Cardano 105 (ponte Marconi)
tel. 06 5571048
sito ufficiale
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