giovedì 11 febbraio 2010

Ada non c'è più

Alfredo e Ada è una delle pochissime trattorie rimaste come decenni fa nel centro di Roma, in zone un tempo malfamate (a Panico c'era una famosa casa di tolleranza...) e ora ricche di negozietti interessanti e battute da stormi di turisti nordici in cerca di qualcosa di "pittoresco" :-(

Qui il pittoresco lo trovano, ma non è quello finto creato apposta per spennarli, bensì quello vero derivante da un'attività in piedi almeno dagli anni 30 e presa in gestione dal 1945 dal castellano Alfredo e dalla marchigiana Ada, dove pranzare o cenare (ma non nel fine settimana, dedicato al riposo!) o anche, come facevano gli ultimi vecchi del rione, passare nel pomeriggio per una partita a carte e un bicchiere di vino.

Ne abbiamo parlato agli albori di questo blog. La prima volta, circa 10 anni fa, a pranzo col mio collega dottor Bonzo, ci sedemmo e aspettammo parecchi minuti che Ada venisse a prendere la comanda (Alfredo già non c'era più). Quando finalmente si avvicinò al tavolo disse "Adesso arriva il primo", e noi "Ma non abbiamo ancora ordinato nulla", e lei "E tanto ce n'è solo uno di primo", e noi "Ah". Ovviamente uscimmo pienamente soddisfatti!

Un solo primo, dunque, una pasta al sugo di solito, e 3-4 secondi (involtini, spezzatino, trippa, seppie con piselli, salsiccia e fagioli, e poco altro), seguiti dalle ciambelline intinte nella romanella (il vino frizzante tipico delle osterie romane). Il tutto cucinato nel minuscolo tinello, dotato di padelle e fuochi casalinghi, insieme ai vecchi frigo da parete contenenti il vino della casa.

E anche pochi tavoli (5 o 6), spesso da dividere con altri commensali se si è solo in 2. E alcuni avventori solitari, che magari lavorano qui vicino, cosa molto rara nei locali romani e segno di familiarità e abitudine.

La peculiarità di Ada era l'umanità con cui accoglieva chiunque, romani o scandinavi senza differenza (perchè su molte guide straniere Alfredo&Ada è ben presente), a cui parlava solo in italiano, anche se le facce del danese di turno mostravano un'imperfetta conoscenza della lingua di Dante: bastava mimare i piatti, o magari portare le persone direttamente in cucina per farglieli vedere.

"Era", perchè Ada non c'è più: è morta pochi mesi fa, a giugno, a 86 anni, ma già da qualche tempo non era più presente in sala, sostituita dal figlio Sergio. Se andate, Sergio vi racconterà le ultime vicende e le attuali difficoltà per mantenere lo spirito del luogo rispettando le nuove norme igieniche che chissà perchè lasciano fare di tutto ai cinesi ma rendono la vita complicata a una trattoria storica del centro (Alemanno batti un colpo!).

(Ada qualche anno fa)

Oggi pranzo nel solco della tradizione, a cominciare dal prezzo standard di 18 euri: penne cacio e pepe (in alternativa ragù), involtino con melanzane a tocchetti e spinaci (in alternativa spezzatino di vitella con patate), frappe e castagnole per sostituire le ciambelline purtroppo finite (quindi niente inzuppatura nella romanella). Niente di clamoroso, intendiamoci, non un posto per gourmet, ma il fascino dell'ambiente merita la sosta, molto rilassata.

Qui un po' di foto e qui una recente recensione; ne hanno parlato anche il Cavoletto e il Papero Giallo, nonchè alcuni anglofoni in libera uscita.

Alfredo & Ada
Via dei Banchi Nuovi 14 (Chiesa Nuova)
Tel. 06 6878842
Chiuso sabato e domenica

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