Con il titolo vi ho rovinato la sorpresa: questa è una recensione negativa. La buona notizia è che questo non è il punto di arrivo della recensione, bensì quello di partenza. Oggi parliamo di Smoke Ring, un locale aperto da pochi mesi in via Portuense e che porta a Roma la grande tradizione statunitense del Low & Slow. Con questo nome si indica uno stile di cottura che utilizza temperature tra i 100° e 120° C, una camera in cui avviene l'affumicatura con legni aromatici e tempi di cottura lunghi, talvolta superiori a 12 ore. Il risultato è una carne con molti livelli di sapore, sempre tenera, speziata e dolcemente affumicata. Tutte le informazioni tecniche sul Low & Slow potete trovarle su www.bbq4all.it, il sito italiano di riferimento su questa tecnica.
Io, è bene dirlo subito, ho una passione viscerale per il Low & Slow, è stato parte della mia vita negli USA e quando posso mi cimento nel pulled pork (la spalla di maiale cotta fino a che basta una forchetta per sfilacciare la carne) e le costine di maiale. Capirete che l'apertura di un locale che offre Low & Slow a Roma sia un richiamo fortissimo e, nonostante la stroncatura di Puntarella Rossa (con relativa risposta del proprietario) ho deciso di coinvolgere ben sette persone a seguirmi da Smoke Ring. Abbiamo cercato tutti di liberare le nostre menti dai giudizi negativi, anche sulla scorta di una serie di reviews positive su Tripadvisor che sembrano indicare un trend positivo; i locali si sa hanno bisogno di rodaggio.
Insomma arrivati a via Portuense, numero 86, si può solo rimanere ben impressionati dal locale: essenziale, ben curato con una decina di tavolate che indicano la vocazione informale del posto, come si addice ad un ristorante di BBQ.
Altrettanto immediata l'impressione della rivisitazione tutta italiana: è lontano anni luce dalla mia esperienza in America di un Barbecue Joint a conduzione familiare, dove non ci sono fronzoli e concessioni modaiole ma solo carne e tanto tanto odore di affumicatura, di legni aromatici, misto all'odore dolciastro dello zucchero e aceto che compongono le salse. Date un'occhiata all'articolo che scrissi su Franklin BBQ Joint, che da molti è considerato il migliore degli Stati Uniti. Espliciti anche i cartelli in cui si ribadisce che questo è un locale Low & Slow, niente bistecche e patatine fritte. Cartelli che indicano che chi lo ha ideato sa quel che dice e soprattutto quel che fa. Le aspettative aumentano. Dopo i commenti lusinghieri sul posto ci accingiamo a ordinare le birre che arrivano in barattoli del tipo usato per conservare le salse BBQ. Un bel tocco per chi conosce l'oggetto, un po' meno per chi vuole bere birra. La filettatura del barattolo non è la cosa più piacevole da appoggiare sulle labbra.
Il menu e' indubbiamente completo, tra carni e sides. Questi sanno cosa dicono e soprattutto cosa fanno. E fanno tutto, come Franklin Barbecue. Le aspettative aumentano. Ordiniamo il cibo usando il foglietto con cui si spuntano i tagli e le quantità desiderate. Questo, poi, si porta al banco e arriva quanto ordinato. Un sistema veloce e piuttosto semplice. Se siete in otto preparatevi a qualche versione intermedia prima che tutti si mettano d'accordo. Noi siamo arrivati alla terza.
Prendiamo Pulled Pork, brisket, ribs e salsiccia. I classici insomma, l'equivalente di prendere carbonara, amatriciana e cacio e pepe per testare una trattoria romana. Come contorni prendiamo patate al forno, mac & cheese e cole slow. Arriva il cibo e qui dovrei attaccare con la parte tecnica della recensione che pero' finisce prima di cominciare. E questo perché tutto, tranne la salsiccia, è da dimenticare. Ve la riassumo così: il cibo da Smoke Ring è un tentativo pallido, incolore e insapore, di fare qualcosa palesemente più grande di chi ha deciso di investire dei soldi in questo locale. Né più né meno.
Ma sapete la cosa più bella di questa constatazione? Che è assolutamente irrilevante. Che il fatto che la carne sia cucinata male (non che il barbeque sia cucinato male, ma che la carne proprio, indipendentemente dallo stile), che persino le patate al forno le faccia meglio un alieno che non ha mai visto una patata sul proprio pianeta, tutto questo non conta. L'unica cosa che conta è che il locale è pieno. Pieno zeppo. Siamo probabilmente gli unici over 30 del locale. Tutti gli altri sono ragazzi sulla ventina, che affollano i tavoli, e mangiano in un locale posizionato benissimo e in cui la carne arriva in quantità e ad un prezzo accessibile (alla fine paghiamo 20€ a testa, avendo mangiato mediamente parecchio). La cosa ancora più bella di tutto questo è che il ragazzo che "magna a quattro ganasce" dietro di me, qualora io gli facessi notare che il brisket è molto secco e che ne ho mangiati di meglio da Rudy's alla stazione di servizio della Shell ad Austin e che il pulled pork lo faceva meglio The Brick Pit sotto casa mia in Alabama, beh quel tipo avrebbe tutte le ragioni di chiamere la security.
Ora mi rivolgo a te Alex Liberati, per fare con te due considerazioni. La prima: ci hai preso, hai dimostrato che nella ristorazione conta ancora il "magna' tanto a poco prezzo". La seconda: quando ti dovrai difendere sulla qualità di quello che offri, fallo con un pernacchione, perché se un locale si riempie così tu della qualità proprio non hai bisogno. E non fraintendermi, il tuo cibo non è immangiabile (sebbene uno di noi sia corso in bagno in medias res, per così dire). E' solo cibo con standard piuttosto bassi, ma con buoni amici e tanta birra, riesce anche ad accompagnare una bella serata.
Bravo Alex, ora veniamo alla parte più tecnica della recensione. Il cibo arriva così. Informale come si addice ad un barbeque joint
Voglio partire dalle ribs, e con una storia. Un mattino qualcuno, sfogliando svariati food blog, ha notato che la parola "cannella" si ripete con una certa frequenza nei titoli. Questo qualcuno ha dunque pensato che "cannella" fosse il nome dell'ingrediente magico che mette d'accordo tutti. E allora perché non metterlo in grande quantità anche sulle ribs? Ed ecco come sono nate le ribs "Smoke Ring Style". Dimenticatevi i classici come il Memphis Style o il St. Louis Style, qui siamo nel fatato mondo della cannella sulle ribs. Che qualcuno si affretti a comunicarlo oltreoceano.
(Faccio un inciso da nerd però: la cannella ha il potere malefico di seccare tutto ciò che incontra. Solo ingredienti molto ricchi d'acqua come la mela e il rabarbaro sono immuni da questa maledizione. Fine inciso.)
Brisket ora tocca a te. Appena te lo portano pensi: "questi sanno cosa dicono e sanno cosa fanno". Ad indurti in questo pensiero è quell'alone rosa lungo il perimetro della fetta: costui è lo smoke ring. E' frutto di una reazione tra la carne e il fumo ed è un indicatore di quanto l'affumicatura è penetrata. Nota di colore: da qualche tempo la regolarità e lo spessore dello smoke ring non entrano più nei parametri con cui si giudica il barbecue alle competizioni (ebbene si esistono anche loro). Il motivo è che l'anello si può indurre chimicamente, senza ausilio di affumicatura.
Torniamo alla carne. A dispetto dello smoke ring la carne sa pochissimo di smoke, è secca, servita ad una temperatura un po' al di sotto di quella ideale e soprattutto non ha nessun livello di sapore, che è uno dei caratteri del bbq. Non ha consistenza burrosa. Non ha.
Pulled pork. Mi permetto una, ennesima disquisizione. Pulled vuol dire, letteralmente tirato. Mushed vuol dire che ha la consistenza molle e pastosa. Il pulled pork è pulled e si vedono ancora i fasci di fibre della carne liberi dal tessuto connettivo dopo una decina di ore di cottura. Mushed potatoes invece è un purée di patate più fermo ottenuto schiacciando patate in presenza di butto e latte.
Qui siamo più mushed che pulled. Per tenere la carne umida nel lungo processo le si inietta un mix di aceto, succo di mela, spezie e pepi vari a seconda degli stili. Questo sembra essere stato bollito per anni.
Salsicce. Ok ci siamo dai. Non sono male, morbide di buona qualità, si fanno mangiare. Anche loro smoke ring da manuale ma affumicatura appena accennata.
Contorni: il cole slaw è ok. Il Mac & Cheese non è Mac & Cheese ma una carbonara timida. Le patate arrosto, che ricordiamolo adornano i tavoli italiani da, credo, almeno 400 anni, prima ancora di essere conosciute come contorno per barbecue, virano anche loro sul mushed e sono insapori. Questo a Roma, in Italia, e in tutti i Paesi in cui i bambini sorridono la domenica quando arrivano le patate al forno in tavola, è un insulto.
Ultima nota, le salse Barbecue. Nessuna di queste è davvero tale; si tratta di salse tutte molto molto dolci che mancano, di nuovo, di note di affumicatura.
Concludo la recensione rinnovando i complimenti al proprietario, perchè ha capito un paio di cose più di me.
Smoke Ring
Via Portuense, 86 (Porta Portese)
Tel. 06 5814400
Pagina FaceBook
Tutti i giorni, solo a cena, fino alle 2 (venerdì e sabato fino alle 4)
Mi dispiace dividere la mia risposta in 2 ma il sito non mi permette altrimenti
RispondiEliminaCiao "ricbrig",
Ti ringrazio vivamente per i complimenti, e per dimostrarti la mia riconoscenza ho deciso di perdere due minuti per spiegarti il "paio di cose che ho capito più di te", come simpaticamente scrivi tu e ribadisci più volte nel tuo post.
Innanzitutto ho capito che il tuo errore principale, come poi il comune errore di tanti novizi al mondo del BBQ autentico, è pensare che ci sia una ricetta definitiva, solo una maniera di cucinare per esempio un brisket, o il pulled pork.
Non funziona come la carbonara o la fiorentina; non è come il millefoglie o uno spaghetto aglio e olio.
E' BBQ, ed è diverso da stato a stato, da regione a regione, da casa a casa.
Guarda per esempio il brisket che presenta talmente tante variabili da manipolare nella preparazione che necessita di libri interi per descriverne i diversi risultati ottenibili. Tutti così diversi ma allo stesso tempo così desiderabili. In quest'ottica il commento "non è come quello che ho mangiato in quella stazione di servizio dove sono andato a mangiare in USA", non è certo il commento di uno che ha chiaro questo fondamento del verbo affumicato.
E devo ammettere che questa poca chiarezza alle basi si vede anche quando scrivi di ribs in quanto St. Louis è un taglio, e non uno stile di preparazione come il Memphis style.
Oppure quando ti stupisci del nostro uso della cannella che è un'ingrediente oggi ampiamente usato nei rub da alcuni dei bbq joint che hanno fatto e stanno facendo la storia del bbq in America.
O magari quando scrivi che "nessuna delle (nostre) salse bbq è davvero tale": sicuramente non sono come quella che ti sei immaginato tu, ma tu hai idea di quanti stili di bbq sauce esistano?! Non crederai mica debbano essere fatte tutte a base di ketchup!? Voglio dire se sei stato in Alabama come scrivi te ne saresti dovuto immediatamente rendere conto perché come ben sicuramente sai l'Alabama bbq sauce è di base una maionese e aceto. Bianca. Mentre la Kentucky Black BBQ sauce è appunto nera, praticamente Worcestershire, aromi e aceto. E potremmo continuare così per un'infinità di sfumature di colori ed ingredienti.
Senza quindi nemmeno difendere le ricette delle nostre salse, la loro storia e il loro pedigree genetico, mi sembra semplicemente risibile affermare che "nessuna delle (nostre) salse bbq è davvero tale". Ma per quale stile o secondo quale criterio o canone?
Anche per il prezzo basso a cui alludi, volevo farti riflettere che una volta che cucini un taglio per 16 ore succedono delle cose interessanti: ne perdi per esempio quasi il 50% del peso, il tessuto connettivo si modifica e gelatinizza diventando collagene, il grasso si squaglia e permea la carne, riempendo i canali delle fibre muscolari. Aggiungici anche un po di salsa bbq e non ti puoi meravigliare se mangiando un pezzetto di carne ti senti particolarmente pieno, non stai mica mangiando filetto! E' BBQ amico!
Poi ricbrig, il "barattolo della salsa bbq(?!) dove servono la birra", il grave ripetuto misspelling di "cole-slaw" (che è un'americanizzazione dell'olandese koolsla e quindi non deve essere diviso in due parole senza senso individuale), "MUSHED potatoes" (!!) e diverse altre cose insieme a quanto già detto mi fanno domandare dove e con quale attenzione tu abbia speso il tuo tempo alla ricerca del 'cue in US, e come tu ti sia informato e preparato sul BBQ autentico prima di poterti permettere di sentenziare che: "…Smoke Ring è un tentativo (…) di fare qualcosa palesemente più grande di chi ha deciso di investire i soldi in questo locale".
Ma invece di approfondire tutte queste inesattezze del tuo articolo, passiamo avanti perché c'è qualcosa che merita una riflessione più profonda.
Mi dispiace per il tuo amico che si è sentito poco bene durante la cena, ma permettimi di dirti che dal punto di vista di un ristoratore che tu rispetti e complimenti come scrivi, credo che le tue insinuazioni siano a dir poco inappropriate in quanto mangiando voi tutti dallo stesso vassoio mi sarei aspettato che se vi avessimo veramente avvelenato sareste stati tutti male alla stessa maniera, non solo il tuo amico, e mi sembra di cattivo gusto e poco professionale cercare di infangare una cucina con illazioni se pur vaghe di questo genere, magari menzionate giusto per tentare di impepare una recensione che altrimenti rischierebbe di rimanere un po piatta, senza nemmeno averne neanche una minima prova tangibile a supporto. Altri ristoratori di mia conoscenza avrebbero subito, indignati, cercato consulenze legali, mentre io non ne sono rimasto offeso e sono sicuro che questa è stata una svista da parte tua, che forse non hai pesato bene le tue parole, cosa che può accadere. Possiamo dibattere quanto vuoi sui tuoi gusti e sulle tue conoscenze, e con me sfondi una porta aperta perché oltre ad essere il mio lavoro questa è sopratutto la mia passione, ma sull'argomento della sicurezza io non scherzo. Non è una materia opinabile c'è poco da ridere.
RispondiEliminaPer concludere con toni meno gravi "ricbrig", ci tengo anche a precisare che i pernacchioni no, anche se me lo consigli non li riservo ai miei clienti. E neanche ai miei nemici se è per questo. I pernacchioni li lascio fare a quei leoni da tastiera che poi all'atto pratico si nascondono dietro un nick, perché molte volte i post che scrivono sembrano proprio delle infantili pernacchie fatte da chi, per un motivo o per l'altro, non avendo argomenti da portare avanti si riduce ad emettere vagiti e volgari pernacchie solo per attirare attenzione.
Insomma, ti auguro di accantonare le tue vecchie credenze e iniziare fare tesoro del "paio di cose che ho capito più di te", come ho fatto io e tutta la clientela che la sera che sei passato a trovarci, come spesso accade, inzeppava il locale. Una clientela che torna frequentemente e tra la quale, guardacaso, spiccano sempre più americani "d'America" entusiasti del nostro operato e che al tuo contrario non mi congratulano per il locale pieno, ma per farli sentire a casa con la nostra cucina.
Salutandoti ti invio i migliori auguri per il tuo blog, e se torni dalle parti di portaportese contattami che sarebbe sicuramente interessante berci una birra insieme. A presto.
Essendo una delle otto persone sedute a quel tavolo quella sera ho taaaanto sperato che Lei, sig.Liberati, rispondesse.
RispondiEliminaLa rassereno subito dicendoLe che con me avrà vita facile in fondo: non entrerò proprio nel merito tecnico su cosa sia BBQ autentico e cosa lo sia meno perché non ne ho nè le conoscenze tecniche, né le competenze adeguate.
Ho però delle papille gustative e (mi perdoni l'orrendo "Lei non sa chi sono io" versione 2.0) un grande amore per la birra artigianale, che bevo con profonda soddisfazione in locali che da anni proprio sulla birra artigianale e sulla sua (corretta) diffusione stanno lavorando. Da ben prima che andasse tanto di moda e che qualsiasi persona con i mezzi economici adatti, fulminato sulla via coperta di luppolo verso Damasco, decidesse di potersi ergere a grande esperto.
Per la questione papille gustative faccio presto: personalmente trovo inconcepibile servire del cibo FREDDO.
Non so come debba essere conservata questa benedetta carne cucinata in 16 mila ore (La dovevo avvertire che oltre alla birra, amo pure le iperboli), e se quindi sia intrinsecamente obbligatoria una temperatura di servizio vicina ai polaretti, non lo so e quindi mi scuso se Le sto imputando colpe non direttamete imputabili a Sue scelte; so però che il cibo FREDDO (lo scrivo in maiuscolo per sgombrare qualsiasi ambiguità sul poco caldo/tiepido/non caldissimo) per me rappresenta una gravissima mancanza da parte di un locale pubblico, senza dubbio alcuno.
E sono rasserenata in questa mia convinzione dalla stessa reazione avuta da tutti quanti i commensali all'arrivo del cibo (pure da quella del fidanzato che, al contrario mio, nemmeno ama mangiare bollente).
Non so se sulle ribs la cannella ci vada o non ci vada, se il brisket e il pulled pork fossero fatti secondo filologia, e in fondo è anche una domanda poco importante se alla fine tutto si deve ricondurre sempre alla fondamentale questione conclusiva "Sì, ok, ma poi t'è piaciuto o no?". Perché non m'è piaciuto nulla se non le salsicce, unica cosa con un sapore meno vago ed etereo.
Sarò limitata io ma se non sono proprio pronta a scambiare la tenerezza della carne (che riconosco senza problemi) con la quasi totale mancanza di gusto e quindi di soddisfazione.
Patate arrosto imbarazzanti davvero, con quell'aria sfranta e quel sapore da "So' avanzate dal pranzo di domenica, riscaldamole(ma sempre poco eh, che la coerenza è importante!)".
Per il discorso bevande in fondo faccio ancora prima: in base a quale assurda convinzione Lei ritiene che servire birre in vasetti filettati sia una grandiosa idea, che in questo modo si riesca a rendere onore alla materia che si vanta sempre di amare tanto? Perché pensa che spillare in un contenitore scomodo e ridicolo sia una così grande trovata? Perché crede che usare un barattolo con un bordo largo un centimetro e in cui non si produce minimamente schiuma non debba essere considerata una "presa in giro", una provocazione sterile, un voler a tutti i costi fare gli alternativi ma senza una motvazione razionale e logica alla base?
Ed ora mi metto qui, ad aspettare il Suo elenco di locali sparsi per il Mondo che usano vasetti della Nutella, bricchi del latte e contenitori vuoti per la marmellata che porterà ad esempio e suffragio delle sue convinzioni (L'avverto però che difficilmente io mi sposterò dal mio bollare il tutto come un'emerita cavolata).
C'ero anch'io. Essendo arrivato in ritardo, ho mangiato dai piatti altrui.
RispondiEliminaNon mi è piaciuto nulla, ma i tavoli attorno erano pieni di giovani che mangiavano soddisfatti a quattro palmenti.
E questo, dal punto di vista di un imprenditore, chiude la querelle a proprio netto vantaggio.
E amen.
sehh... te piacerebbe...
RispondiEliminaInnanzitutto grazie dell'invito a parlare di BBQ davanti ad una birra. Il BBQ e' un argomento che indubbiamente appassiona tantissimo, le tecniche sono affascinanti così' come i risultati finali. Si nota da come scrivi che sei anche tu un grande appassionato e hai una cultura di prima mano nel merito. Con tutta la cultura possibile, fare BBQ non e' semplice e non so immaginare quanto sia difficile garantire la consistenza e la qualità in un locale con centinaia di clienti. Al già' alto livello di difficoltà' aggiungiamoci anche che il low n slow funziona bene con le carni americane che hanno contenuti di grasso diverso dalle nostre.
RispondiEliminaPer quanto pero' la tecnica ci appassioni alla fine il gusto e' quello che conta. Come dice estra, se il cibo ha problemi di base, un palato mediamente allenato lo nota. Questo e' il succo della mia recensione. L'impressione che ho avuto e', per quanto riguarda la carne di un tentativo poco deciso di raggiungere certi sapori, unito a problemi vari di "dryness". Sui contorni ho ampiamente detto quello che penso e non lo ripeto. Rilevare questi "problemi" non ha nulla a che vedere con la conoscenza che si ha sulla tecnica specifica.
Questo per dire che la passione per gli aspetti tecnici del BBQ non deve fare dimenticare che esistono caratteristiche di base che una carne o una patata devono avere per essere cotte bene.
Hai avuto una bella idea, per altro molto coraggiosa: portare il low n slow a Roma. Poiche' sei un grande appassionato potrai capire quanto ci si senta delusi quando una grande idea si realizza al di sotto delle aspettative.
Cara estar,
RispondiEliminaSembra che con la mia risposta ho stuzzicato un nervo scoperto!!
Sono proprio contento che hai sollevato la storia dei jar perché in realtà sono proprio li per chi la pensa come te!
Ti spiego perché, ma ti rispondo brevemente perché la strada brassicola che ancora ti manca da percorrere è evidentemente molto lunga e non vorrei levarti la gioia del viaggio bruciandoti io le tappe.
Una delle qualità più utili (e divertenti) delle giare è che metodicamente prima risaltano e poi allontanano le persone che non nutrono autentico interesse a godere della birra per quello che è, e che anzi sono persone che si parano dietro a falsi perbenismi e pudori, e si sentono in grado di indignarsi per una birra che non è servita nel barattolo (ups nel bicchiere) che più le aggrada, solo perché magari si sono fatte un corso e si aggrappano alle poche nozioni che le sono state inculcate. Queste sono persone avvezze al pregiudizio che necessitano puntualmente di sentirsi i dittatori di cosa rende o meno "onore alla materia", che credono che il contenitore sia più importante del contenuto e che sfortunatamente iniziano a popolare l'altrimenti spensierato mondo degli appassionati di birra artigianale.
Quindi grazie al jar, noi comuni esseri mortali che apprezziamo il contenuto più del contenitore, la birra per quello che è, e siamo capaci anche di berla (adesso siediti e tieniti forte) dal collo di una bottiglia, siamo in grado di capire subito chi sono questi personaggi "stuck up" e pregiudiziosi, e quindi siamo anche capaci di evitarli facilmente senza dover nemmeno perdere tempo a farci conversazione.
Mi sarei più che altro aspettato, sopratutto da una persona edotta di cultura brassicola come professi di essere, che tu già sapessi chiaramente che non è il bicchiere che promuove la produzione di schiuma durante la spillatura come affermi invece nella tua risposta. Probabilmente invece, avrai spillato senza criterio al massimo una manciata di birre in vita tua e questa tendenza che hai di sentenziare senza navigare bene l'argomento risulta così ancora più lampante.
E a dirla tutta mi sarei anche aspettato che qualsiasi persona avesse un briciolo di rispetto per un blog di amici sui cui posta commenti, prima di muovere flebili ed evanescenti critiche avesse almeno fatto una piccola googlata sull'argomento.
Così facendo avresti scoperto che il matrimonio tra le giare di Mason e la birra artigianale ha origini nell'universo brassicolo che risalgono a ben prima che tuo bis-bis-bisnonno avesse bevuto la sua prima bevanda fermentata. E avresti probabilmente scoperto un'altro pacco interessante di cose che magari non t'avrebbero portato a partire così a spada tratta contro una banale giara.
Ma che ci devi fare, "il fascino della conoscenza sarebbe limitato se sulla strada non ci fosse tanto pudore da superare" N.
Nel salutarti, a questi già sufficienti motivi che ti ho spiegato, ma che so che tu non potrai al momento condividere, vorrei aggiungere la qualità del jar che a me interessa di più: e cioè che a me il jar piace, e a tanti altri appassionati di birra pure, e come non c'è nulla che io possa fare per cambiare i tuoi pregiudizi, non c'è nulla che tu possa fare per impedire che milioni di persone al mondo (e adesso anche in italia) godano del bere birra da questi simpatici, amabili e socievoli barattoli.
Ce ne saranno sempre di più, get over it.
Nel mentre che scrivevo, ricbrig mi hai risposto.
RispondiEliminaSono contento che hai apprezzato il mio invito e spero di cuore di fare personalmente la tua conoscenza, così se ne avrai la pazienza, potrò sottoporti insieme a me (oltre che ad una birra) ad un'altra bbq session e potremmo con leggerezza discutere da bbq nerd quali siamo, magari trovando un'accordo tra aspettative e realtà.
A presto!
PS Magari poi vieni anche con estar e vediamo che dice quando le porto una cannuccia. XD
Estar non so cosa ne pensi, ma estra è davvero lusingata e divertita per una risposta tanto accorata e piena di passione. :-D
RispondiEliminaSignor Liberati, facciamo semplicemente una cosa che ci renderà felici entrambi: Lei se ne stia di là con gli altri milioni dalle vedute larghe che nemmeno perderebbero tempo a parlare con me; io me ne sto di qua con gli altri tristi bisognosi di educazione romanticamente convinti che un barattolo filettato sia più adatto ai sottoaceti o al massimo ad un succo di frutta, o magari ai distillati fatti clandestinamente in fattorie sperdute della Georgia (ebbene sì, anch'io sono cresciuta a Bim Bum Bam e Hazzard: vecchia dentro ed anche fuori).
Se poi ha ragione Lei davvero ed il contenitore non influisce minimamente sul contenuto, mi verrebbe da dirLe che FORSE a questo punto ha un problemino più difficoltoso da affrontare: l'avere del personale al bancone che non sa servire una birra, visti i risultati al limite dell'agghiacciante (ma stia sereno e dorma il sonno dei Giusti, questa è solo una mia opinione e quindi di sicuro la verità è il contrario di ciò che penso io).
Hanno detto bene ricbrig e memorino quando hanno riconosciuto che il locale -esteticamente piacevole, è innegabile- fosse stra-pieno, e che quindi questo La pone nella posizione invidiabile della ragione.
Glielo ripeto, a scanso di ambiguità ed equivoci: a questo punto ha ragione Lei, in tutto.
O per dirla più poeticamente: "scusami, ma quelli sono così tanti che avranno pure ragione" (a Lei le citazioni di Nietzsche, a me quelle di Vecchioni, tanto per rimarcare l'abisso di conoscenza che ci separa).
Stia tranquillo che non La importunerò più con le mie irritanti opinioni sui Suoi locali, preferendo continuare a frequentare quei covi di carbonari bigotti dove a noi boccaloni reazionari vengono inculcate convinzioni sorpassate come il pensare che non tutte le soluzioni usate prima dei nostri bis bis nonni fossero intrinsicamente migliori di quelle adottate in seguito (e a tal riguardo mi verrebbero esempi talmente banali su cui - per rispetto alla Sua intelligenza ma soprattutto alla mia- preferisco sorvolare).
Ah, l'ottimo ed equilibrato ricbrig lo accompagno volentieri se vuole, preferendo comunque rimanere fuori ed evitarLe così il peso immane di dovermi rivolgere la parola.
Per la questione cannuccia invece non farei una piega, trovandola anzi perfettamente il linea con la Sua filosofia e le Sue fonti di ispirazione e Verità. :-D
Un caro saluto da questa parte del fiume (di birra),
estra
"... l'avere del personale al bancone che non sa servire una birra, visti i risultati al limite dell'agghiacciante".
RispondiEliminaDisse l'acclamata l'esperta di spillatura di birra.
No, disse semplicemente la cliente insoddisfatta che ha bevuto tre birre servite male. :-D
RispondiEliminaAllora vediamo:
RispondiElimina"Servite male" secondo quale criterio?
E non basta "perche in un barattolo". Qui tu parli di tecnica di spillatura che a te non va bene. Qual'era il problema della tecnica che ti ha portato a credere che le birre erano "servite male"?
Ha ragione ancora una volta, sa? Se continua non avere mai torto su nulla, Le consiglierei di presentarsi alle prossime elezioni come sostituto di B. :-D
RispondiEliminaHo scelto proprio male i termini e questo è un errore imperdonabile.
"Servite male" presuppone un giudizio tecnico che io da semplice appassionata (ho riletto i miei post precedenti, preoccupata di aver scritto da qualche parte che sono un'eminenza in materia) non mi posso permettere di muovere, soprattutto ad un esperto come Lei. Che davvero io non mi merito tutto questo peso che mi sta dando eh, sono solo una ragazza di campagna che da un po' di anni beve birre artigianali, con ahimè una memoria da criceto per i nomi e le cose tecniche. Una sempliciotta con un approccio a cazzo, diciamo. :-D
Quindi ho deciso di fare così, di sgomberare definitivamente ogni minimo dubbio al riguardo: NON c'è nulla di negativo imputabile a 'sti barattoli così poco adatti ai dinosauri come me; NON c'è nulla che non vada nel servizio delle birre; NON c'è niente di nemmeno lontanamente criticabile in tutto quello che fa.
Sono i miei limiti e la mia ignoranza e la lunga strada che devo percorrere (ha ragione pure su questo, mannaggia! a Lei proprio non gliela si fa :-D ) a farmi trovare difetti nell'evidente perfezione, ad avermi fatto bere tre differenti birre pensando "Ammazza oh quanto sono scariche di gusto, piatte, acquose, "saponose" (sia buono con me e non mi umili ancora attaccandosi a questi termini, l'ho avvertita che sono una sempliciotta senza memoria per le definizioni tecniche che fanno tanto fine intenditore)".
Quindi ritiro l'assai ingiusto "servite male" ed etichetto il tutto con: "birre perfette che purtroppo non hanno incontrato il mio gusto limitato, nemmeno quella delle tre che mi piace sempre [la Schlenkerla Rauchbier], che evidentemente e per grande sfortuna dovuta solo al Caso non stava decisamente in forma".
Si rallegri Sig.Liberati, e non si preoccupi o si infufi troppo; si rallegri che un triste personaggio come me non La capisca, e non si preoccupi troppo delle opinioni personali di una campagnola che nulla sposteranno nel successo che ha con le Sue attività. La maggior parte della gente continuerà a frequentare i suoi locali parlandone poi benissimo con gli amici (io stessa, pur non amandolo, non ho difficoltà a consigliare il 4:20 a chi mi chiede un consiglio su dove andare a bere), continuerà a dire che "Le bire lì so' da paura", e se mai leggerà questo in fondo divertente scambio di vedute,darà serenamente ragione a lei.
Ci scommetto una Rauchbier, servita però in apposito boccale di coccio. ;-)
Pils&Love
Appunto come volevasi dimostrare.
RispondiEliminaAlex Smoke Ring ci capirai di carne e di birra ma ti sfugge del tutto quando ti coglionano!
RispondiEliminaCaro Alex, come avrai capito tra i partecipanti alla cena "incriminata" c'era chi si intende di bbq (e la disquisizione tecnica ve la lascio tutta...) e chi invece ha semplicemente giudicato ambiente, gusto e sensazioni. Da questo punto di vista io sono rimasto deluso, perché la carne non aveva un sapore particolare (al di là della bassa temperatura, di cui ho capito la ragione), patate e salse erano anonime, e infine bere la birra appoggiando le labbra alla filettatura dei barattoli non solo non è il massimo della vita, ma le rende anche tutte anonime (non a caso in Belgio usano un bicchiere apposito per ogni marca/tipo di birra). Aggiungo che l'ambiente è troppo rumoroso (con l'aggiunta del maxischermo acceso sulle partite...) ed è veramente complicato parlare al tavolo. E' un locale pensato per una clientela ggggiovane alla ricerca di novità e non per degli attempati 40enni come noi, ma ovviamente è una scelta rispettabile visto che, come è stato notato, il successo era evidente. Buona fortuna!
RispondiEliminaAggiungo pure che comunque ti ringrazio per aver commentato e replicato più volte, spiegando il tuo punto di vista :-)
RispondiEliminaCaro Alex,
RispondiEliminacondividendo l'intervento di Hariseldon e quelli precedenti, dato che anche io ero li quella sera, ti riassumo la mia esperienza:
- Locale carino, mi piace;
- Presentazione del cibo su vassoio di plastica e buttato là, non mi piace;
- Le birre mi sono abbastanza piaciute, il barattolo non mi piace ma posso soprassedere non essendo un patito, ammetto che si aveva l'impressione che le birre avessero un sapore "diluito", il perché, non so;
- sul barattolo, posso immaginare che abbia un costo immensamente minore degli appositi bicchieri da birra;
- la carne era da 6, si morbida, ma fredda e non con sapore particolare. Ma d'altronde siamo a Roma, dove la carne spesso non è buona al ristorante, per cui non avrai grandi problemi in questo;
- i contorni erano da 5--, sempre a mio insindacabile avviso;
- i peperoncini sottaceto erano da 7 di gusto, ma dato il risultato che hanno avuto su di me (l'unico ad averne mangiati), scadono a un giudizio sottozero;
- dati i peperoncini sottaceto, posso dirti che la parte del locale a sinistra della cucina, è anch'essa molto carina e tenuta bene, il che ti fa onore, perché spesso in locali pubblici frequentati da gggggiovani, quei posti li, sono terribili.
- Infine, sul tema "qui vengono americani che ci ringraziano perché si sentono a casa" posso raccontare che io e alcuni amici, dopo un mese in giro in birmania, tornando per gli ultimi giorni a Yangoon, siamo andati a mangiare in una specie di Pizza Hut (che però non aveva quel nome, essendo la Birmania sotto embargo Americano) al quale mai mi sarei avvicinato stando in Italia, ma avevo bisogno di sentirmi a casa. E come i tuoi clienti americani, ho complimentato i Birmani per la qualità della pizza, che era solo un pallido ricordo della pizza nostrana, ma li, andava benissimo.
Quanti anonimi su questo blog!
RispondiElimina"E come i tuoi clienti americani, ho complimentato i Birmani per la qualità della pizza, che era solo un pallido ricordo della pizza nostrana".
Quindi vuoi dirmi che non sei molto onesto con i tuoi giudizi.
Hai fatto anche i complimenti vivissimi su Yelp? Oppure è una pratica normale complimentarti quando ce l'hai davanti e poi bashare sul net?
Non ti preoccupare cmq, molti che si firmano "anonimo" fanno così. Leoni dietro una tastiera, micini faccia a faccia.
Sono contento cmq che il locale ti piaccia esteticamente. Ma (se te lo posso chiedere) sei gggiovane vero?
PS, hariseldon, grazie per il heads up, ma vorrei riflettere con te su 2 cose:
-il televisore non ha audio
-se basta mettere una birra in un barattolo per farvi sparire diacetile, DMS, autolisi e quant'altro, allora state a cavallo. Nella WBC si usa un unico formato di bicchiere, un banale tumbler di plastica, per giudicare 3921 birre nel 2012. Non hanno mai avuto problemi.
Rivedrei anche un'attimino il discorso sul perche tutti questi bicchieri in belgio, e magari estenderei le conclusioni a tutta una serie di COSTOSI bicchieri "adatti", di marketing e "da degustazione".
Scusate per le risposte lente ma torno "in ufficio" tra qualche settimana. Ciao
mica ho scritto che la TV aveva l'audio troppo forte... è solo un ulteriore elemento di confusione e distrazione, che crea l'atmosfera di una birreria per gggiovani, poco adatta a noi attempati ;-)
RispondiEliminasui bicchieri non mi convinci, W il Belgio!
"sui bicchieri non mi convinci"
RispondiEliminaSe il discordo della WBC non ti fa effetto, hai praticamente appena affermato che sei uno sportivo ma le olimpiadi non ti convincono.
Detto questo, hai idea di quante blond che trovi allo Zithos vengano prodotte sullo stesso impianto con praticamente le stesse materie prime? Bene, il bicchiere differente è utile a differenziarle visivamente, e a cavarci un'altro pochino di soldini. E a quanto pare questa banale tecnica di marketing (almeno con gli attempati ;-) ) funziona.
In tutto questo non capisco se bbbono o meno!
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